RESourceEU, sulle terre rare l’Europa dice “basta” alla Cina?

L’Unione Europea lancia RESourceEU per ridurre la dipendenza da materie prime critiche e rafforzare la competitività industriale entro il 2026.
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L’Unione Europea (Ue) ha finalmente ammesso di non poter più far finta di niente. In un clima di crescente competizione geopolitica e, se vogliamo, di “armamento” dell’economia, l’eccessiva dipendenza strategica dalle importazioni di materie prime critiche, leggasi terre rare, è diventata una leva troppo pericolosa che mette a rischio “la sicurezza, l’ordine pubblico, la competitività e l’economia dell’Ue”.

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Per questo, il commissario al commercio Maroš Šefčovič ha chiesto un’azione coordinata. L’Europa deve agire “come una squadra”. “L’Europa resta aperta agli affari, ma abbiamo bisogno di investimenti senza rischi nascosti”, ha dichiarato. Dietro questa frase diplomatica, però, si nasconde anche il timore concreto che imprenditori stranieri possano rubare dati e informazioni sensibili da usare contro l’Unione.

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Il “braccio operativo” per combattere i rischi nascosti prenderebbe forma con il piano RESourceEU, annunciato dal Vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale della Commissione europea Stéphane Séjourné. L’obiettivo è titanico, vista la subordinazione delle imprese europee oltre il 90 per cento per l’approvvigionamento di materie prime essenziali: raggiungere l’indipendenza.

Il piano verte sostanzialmente sull’accentramento del potere della Commissione, e si concretizza nella creazione del Centro europeo per le materie prime entro il 2026, che si occuperà di monitorare, acquistare congiuntamente e immagazzinare materie prime per conto degli Stati membri.

terre rare, cina

Per partire subito, sono stati mobilitati circa 3 miliardi di euro aggiuntivi per sbloccare progetti prioritari nei settori di magneti permanenti, batterie e difesa, partendo dai 60 siti di estrazione, lavorazione e riciclaggio già designati come “progetti strategici”.

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L’arma segreta di Séjourné, visto che il sottosuolo europeo è povero di terre rare, è la “circolarità”. L’idea è nobile e necessaria: creare un autentico settore europeo del riciclo mantenendo la rottamazione delle materie prime essenziali all’interno dei confini.

Ma l’approccio, per così dire, soft di Séjourné potrebbe avere vita breve. Per accelerare l’autonomia strategica dell’industria, la Commissione introdurrà obblighi informativi. Infatti, le aziende dovranno dichiarare la provenienza delle materie prime critiche ai consigli di amministrazione. Il Vicepresidente è stato esplicito: se l’industria non dimostrerà sufficienti sforzi di diversificazione, quella che attualmente resta una “spinta” diventerà legge.