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Stellantis esulta per l’ultima decisione di Trump: quanto cambia per il Gruppo

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L’amministrazione Trump ha suonato la carica contro gli standard sulle emissioni automobilistiche voluti in precedenza da Joe Biden, e l’industria automotive globale ha risposto con un’ovazione. La mossa, presentata come parte della lotta al carovita, ha subito riscosso il plauso dei giganti del settore tra cui, ovviamente, l’interessatissimo gruppo Stellantis.

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“È la vittoria del buon senso. Apprezziamo la leadership del presidente Trump nell’allineare gli standard di efficienza alla realtà del mercato”, ha dichiarato John Farley, amministratore delegato di Ford, senza nascondere l’entusiasmo. Ancora più esplicito è stato Antonio Filosa, CEO di Stellantis, presente alla Casa Bianca per l’annuncio. “È un grande giorno per Stellantis perché riteniamo che sia il giorno in cui le regole si riconciliano con la domanda reale”, ha affermato Filosa, ricordando l’investimento di 13 miliardi di dollari che il gruppo sta pianificando negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.

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Per Stellantis e il suo CEO Filosa, il recente allentamento degli standard CAFE (Corporate Average Fuel Economy) da parte dell’amministrazione Trump non è stata una sorpresa, ma una benedizione attesa. Durante una recente presentazione a Londra, Filosa ha espresso fiducia nel futuro del marchio, specialmente ora che le regole ambientali sono diventate “più permissive”.

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Filosa ha scherzato con gli investitori di Goldman Sachs: “Lo avevamo previsto, vero?”, riferendosi alla riduzione delle restrizioni. E in effetti, la mossa preventiva di Ram di rilanciare l’iconico motore HEMI V8 a ottobre, affiancandolo all’Hurricane a sei cilindri, ha tutto il sapore della lungimiranza. Stellantis, che per anni ha faticato nell’elettrificazione, ha pagato il prezzo della rigidità normativa. Ben 773,5 milioni di multe dalla NHTSA dal 2018 per aver violato gli standard precedenti, i quali imponevano una media di risparmio carburante di 50,4 mpg (miglia per gallone) entro il 2031, un obiettivo quasi irraggiungibile senza l’elettrificazione di massa.

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Si intravede dunque una “grande opportunità” per i marchi nordamericani come Chrysler, Dodge, Jeep e Ram per recuperare la quota di mercato persa. La strategia di Stellantis si basa ora sulla varietà, il cosiddetto “mix” di propulsori, anziché seguire normative troppo restrittive. Se da un lato la Dodge Charger a benzina è entrata in produzione affiancando la versione elettrica, dall’altro il vero focus si sposta sull’ibrido. La Chrysler Pacifica è già disponibile in versione ibrida, la Jeep ha lanciato la sua prima Cherokee ibrida e Ram sta per lanciare un pick-up elettrificato ad autonomia estesa (che, appunto, funziona a benzina ed elettricità).

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Filosa è categorico: “Crediamo fermamente che l’ibrido diventerà uno dei sistemi di propulsione preferiti negli Stati Uniti”. Stellantis, a differenza di altri, non si è “sbilanciata” sulla sola tecnologia delle batterie, e l’ha fatto proprio mentre gli incentivi governativi per i veicoli elettrici svaniscono.

Secondo Filosa, la chiarezza delle nuove norme americane favorisce gli investimenti, un elemento che manca drammaticamente in Europa. In un recente attacco (satirico) alla burocrazia continentale, Filosa ha paragonato gli States all’Ue, dove le regole sono “ancora restrittive e devono essere cambiate urgentissimamente” per “restituire ai clienti europei la libertà di scegliere la macchina che vogliono”.

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