Le borse europee si sono accese “rombanti” all’arrivo dell’annuncio di Donald Trump riguardo alla rimodulazione dei rigidi standard energetici “green” imposti dalla precedente amministrazione Biden ha galvanizzato il settore automotive. A Francoforte, neanche a dirlo, i big tedeschi sono stati i protagonisti, con Porsche che ha guidato il DAX 40 (+5,01%), seguita da Mercedes-Benz (+4,51%), BMW (+3,50%) e Volkswagen (+2,52%). A Parigi, Renault ha surclassato il CAC 40 (+6,98%), mentre a Milano è salita Stellantis (+3,72%).
Proprio ieri, infatti, davanti ai CEO delle principali case automobilistiche americane o con grande apporto americano (e quindi Jim Farley di Ford, Mary Barra di General Motors e, per Stellantis, Antonio Filosa), Trump ha dichiarato guerra ai requisiti CAFE passati, che prescrivevano un risparmio del consumo medio di 50,1 miglia per gallone (abbreviati notoriamente con MPG). La nuova soglia, fissata a 34,5 MPG entro il 2031 (rispetto ai precedenti 39,1), è stata acclamata dai dirigenti come un “riallineamento con il mercato nel mondo reale” e una spinta alla reindustrializzazione del Paese.

Il presidente statunitense ha assicurato: “Stiamo mettendo fine agli standard ridicoli di Biden. Stiamo rilanciando il settore automobilistico. Penso che sarà più grande che mai”. A dare benzina agli acquisti ci sono anche gli analisti di Bank of America, fiduciosi per il settore automobilistico europeo nel 2026. Una minore pressione normativa negli Stati Uniti, e la probabilità che l’Europa non vieti i motori a combustione interna prima del 2040, offrono maggiore flessibilità ai produttori.
BofA ritira il rating “Underperform” su Mercedes (il peggio sembra passato) e raccomanda la holding Porsche SE come un modo economicamente favorevole per beneficiare sia di Volkswagen che di Porsche. Non tutti i giganti, però, navigano in acque tranquille. Citi mantiene un rating “neutrale” su Stellantis e invita alla cautela.

Nonostante ammettano che il settore possa riprendersi dopo un crollo spaventoso della quota di mercato statunitense, gli analisti si chiedono se Stellantis avrà davvero la forza dei marchi e la tecnologia per aumentare le immatricolazioni e recuperare i profitti, evidenziando il peggioramento del credito automobilistico statunitense come ulteriore rischio.
