Gerry McGovern, l’influente direttore creativo di JLR, Jaguar Land Rover, è stato licenziato questa settimana “con effetto immediato”. Quasi quasi con la tipica scena da scatolone tirato fuori dall’ufficio, con tanto di foto di famiglia rotta sull’asfalto. La decisione ha colto di sorpresa persino il suo team di design, ma arriva in un momento di crescente caos in seno all’azienda.
Jaguar sta affrontando una tempesta perfetta. Un duro colpo ai ricavi causato dai dazi dell’amministrazione Trump, che hanno praticamente bloccato le spedizioni negli States, e un attacco informatico che ha chiuso gli stabilimenti per oltre cinque settimane. A peggiorare il quadro, c’è il crescente nervosismo sulla strategia elettrica estremamente aggressiva di JLR. In un clima dove i consumatori preferiscono gli ibridi, l’azienda rischia di rimanere bloccata con veicoli che nessuno vuole.

Il licenziamento di McGovern, 69enne noto per le sue opinioni forti e la sua scarsa paura di esprimerle, arriva appena due settimane dopo la nomina di PB Balaji a CEO. Balaji, uno specialista finanziario esterno all’industria, è il quarto CEO di Jaguar Land Rover in sei anni, suggerendo che Tata Group lo abbia inviato per risolvere il disastro finanziario. McGovern, che aveva contribuito a formulare l’agenda strategica di JLR, potrebbe essere stato visto dal nuovo boss come parte del problema.
Nonostante tutto, McGovern ha indubbiamente portato valore a JLR in 21 anni. A lui si deve la trasformazione dei marchi Land Rover e Range Rover in icone di fascia alta, con la Range Rover che nel 2023 vendeva a un prezzo medio di 150.000 euro e Land Rover che realizzava un profitto medio di 20.000 euro per veicolo.
Tuttavia, McGovern era anche una figura divisiva. La sua strategia controversa e costosa “House of Brands”, quella che ha trasformato Defender, Discovery e Range Rover in marchi autonomi, ha generato malcontento, così come la decisione di affidare il rebranding di Jaguar, il cui concept Type 00 uscirà nel 2026, a un’agenzia esterna, anziché al team interno.

Il problema cruciale, e forse fatale, è che la road map di Jaguar (basata sull’architettura JEA interamente elettrica) e la forte spinta all’elettrificazione anche per i modelli più piccoli di Land Rover contrastano sinistramente con il sentiment del mercato. Mentre i rivali fanno marcia indietro, investendo miliardi per mantenere vivi i motori a combustione e ibridi fino al 2030 inoltrato, JLR ha tagliato i ponti. E tempo e denaro sono due beni che l’azienda non ha più.
