C’è stato davvero un rebranding in casa BMW? Non è facile accorgersene

Nel corso dei decenni ci sono stati ritocchi mirati sul logo BMW. Nel 1953 il bordo dorato lasciò spazio al bianco, arrivando fino a oggi. Cos’è cambiato?
bmw rebranding bmw rebranding

BMW ha deciso di intervenire in modo quasi impercettibile sul logo della nuova iX3, la SUV elettrica che inaugura la generazione Neue Klasse. La modifica consiste nella rimozione di alcuni contorni interni, un dettaglio che, probabilmente, non salterà all’occhio dell’osservatore medio.

Advertisement

Dietro questa scelta apparentemente marginale si cela un ragionamento ben preciso che ha a che fare con l’era “rivoluzionaria” (e per certi versi imprevedibile) dell’auto che stiamo vivendo, un’epoca in cui i costruttori premium stanno ridefinendo la propria identità per adattarsi alla transizione elettrica. In questo contesto, anche il marchio diventa uno strumento di comunicazione strategica.

bmw rebranding
Advertisement

Non si tratta di un caso isolato. Jaguar, ad esempio, ha rivoluzionato (e molto!) il proprio logo in vista del rilancio del 2026, scegliendo linee più morbide, tondeggianti e in minuscolo. Range Rover, invece, ha optato per la creazione di un marchio secondario per ampliare la flessibilità d’immagine. Nel mondo delle startup elettriche, lo stile stencil (ovvero non con il classico badge in rilievo e, appunto, legato all’immaginario tradizionale del logo sulla carrozzeria) è diventato di tendenza per evocare un immaginario futuristico.

La nuova iX3 di BMW, nonostante l’annunciata nuova era Neue Klasse, mantiene una forte continuità con la tradizione. Il logo attuale, pur con i piccoli affinamenti introdotti, resta fedele ai principi fissati sin dal 1917: la forma circolare e il quadrante bianco e blu, richiamo ai colori della Baviera (li avrete notati anche nello stemma del Bayern Monaco). Spariscono però i bordi sulla circonferenza che racchiude la cosiddetta “elica”. Ma non solo.

bmw rebranding

Nel corso dei decenni ci sono stati ritocchi mirati. Nel 1953 il bordo dorato lasciò spazio al bianco, dieci anni dopo il font divenne sans-serif, mentre nel 1997 fu introdotto un effetto cromato con gradienti metallici. Infine, nel 2020 arrivò una versione minimale e trasparente, destinata alla comunicazione digitale.

Advertisement

Contrariamente a quanto molti credono, l’emblema non nacque per simboleggiare un’elica in movimento, bensì come evoluzione del logo della Rapp Motorenwerke, azienda aeronautica da cui derivò BMW. Tuttavia, nel tempo, il mito dell’elica si è consolidato fino a diventare parte della narrativa ufficiale, come confermato anche da Fred Jakobs, direttore di BMW Group Classic. Oliver Hailer, a capo del design del marchio, ha spiegato che l’obiettivo era “rispettare le radici” ma al contempo rendere l’immagine “più nitida e precisa”. Un lavoro di rifinitura, non di stravolgimento, in sostanza.