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Le 3 Ferrari più potenti e prestazionali di sempre sono dei missili

Metriche sempre più spaziali per le Ferrari, negli ultimi anni.

Ferrari F80

Negli ultimi anni la potenza delle auto è cresciuta notevolmente, talvolta a dismisura. Le sportive, come è ovvio, non fanno eccezione, avendo nelle performance il nucleo del loro DNA. Ferrari, in questo ambito, continua ad essere un punto di riferimento assoluto. Il salto in avanti compiuto in pochi decenni è stato di portata quantica. Nel 1987 i 478 cavalli della F40 sembravano una cifra fuori dal mondo. Oggi con la F80 del 2025 siamo a quota 1.200. I 390 cavalli della Testarossa lasciavano a bocca aperta fra le GT, nel 1984. Oggi la 849 Testarossa del 2025 scrive sulla scheda tecnica 1.050 cavalli.

I 425 cavalli della Challenge Stradale sembravano tantissimi per un’auto di impronta racing, quando le lancette del tempo segnavano il 2003. Oggi la SF90 XX Stradale, nata 20 anni dopo, si spinge a 1.030 cavalli. Il merito del corposo incremento energetico è ascrivibile, principalmente, ai progressi tecnologici, all’aggiunta dei motori elettrici e, in due casi su tre, all’innesto di 2 turbine (la F40 già le aveva). Le “rosse” più recenti protagoniste della narrazione sono anche le più potenti e prestazionali dell’era moderna e, quindi, di sempre. Sono anche le 3 Ferrari biturbo più potenti e veloci di tutti i tempi. Seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta, in ordine di performance a Fiorano.

Ferrari F80

Ferrari F80

A lei, ovviamente, tocca il primato energetico e prestazionale fra le “rosse” stradali. Non poteva che essere così, vista la natura del mezzo. La Ferrari F80 è l’auto dove si condensa il meglio dell’ingegneria e della ricerca del “cavallino rampante”. Grande il travaso di tecnologia dal mondo delle corse, in particolare dalla 499P, regina della 24 Ore di Le Mans e dell’universo Endurance. Ultima discendente della nobile stirpe di vetture in serie limitata, aperta dalla GTO del 1984, questa rappresenta la nuova auto di punta della casa emiliana.

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Rispetto alla progenitrice e alle successive F40, F50, Enzo e LaFerrari, spinge ancora più alto l’asticella, nonostante il frazionamento più basso della famiglia. Possiamo parlare di un salto in avanti di portata quantica. L’approccio progettuale estremo e le strette sinergie coi bolidi da gara hanno permesso un livello di performance mai visto prima, in tutti gli ambiti. Grazie alle sue architetture estreme, offre dinamiche e metriche da auto da pista, con grande fluidità. Persino in ambito urbano si trova a suo agio. Un vero miracolo, che solo i maghi di Maranello potevano realizzare.

La centrale energetica ha per fulcro un motore V6 biturbo, da 3.0 litri di cilindrata, abbinato alla componente elettrica. Ne deriva una potenza massima ibrida di ben 1.200 cavalli, 900 dei quali messi sul piatto da pistoni e cilindri. Sono numeri spaventosi, ancor più se messi in relazione alla cubatura. Ovvio che le cifre dinamiche siano al top. La Ferrari F80 brucia il passaggio da 0 a 100 km/h in 2.1 secondi. In appena 5.75 secondi, sempre con partenza da fermo, i 200 km/h si consegnano al mondo dei ricordi. La punta velocistica si spinge oltre il territorio dei 350 km/h.

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Ancora più incredibile il tempo sul giro messo a segno sulla pista di Fiorano, pari a 1’15″30. Meglio della FXX e poco peggio della FXX-K, nonostante le coperture stradali (le altre due usano le slick). Roba da restare a bocca aperta. Siamo 4″4 sotto la Ferrari LaFerrari, che faceva meglio della Enzo di 2″6. Pensando a come l’avanzamento verso il vertice della classifica dei tempi (ossia verso il limite fisico dei mezzi) renda sempre più difficili i progressi cronometrici, il fatto che a Maranello siano riusciti ad ottenere un simile balzo in avanti ha il profumo di un’impresa a dir poco incredibile.

La Ferrari F80 è eccellenza allo stato puro. Certo, il suo stile non è il migliore della specie e il frazionamento lascia un po’ a desiderare, ma sul piano del vigore dinamico e delle qualità ingegneristica e comportamentali, qui siamo al livello più alto di sempre. Sublime anche il cambio F1 a doppia frizione a 8 rapporti, che passa di marcia alla velocità della luce. I freni Brembo, in materiale composito, segnano i nuovi standard, aderendo perfettamente al profilo del mezzo.

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Sconfinato l’uso di fibra di carbonio e altri materiali esotici nel corpo del veicolo. Ne deriva un peso di soli 1.525 chilogrammi. Sì, le sportive classiche pesano meno, ma qui parliamo di una vettura ibrida con trazione integrale. Tenendo conto di questi elementi, anche la cifra letta alla bilancia lascia a bocca aperta. Di livello corsaiolo la downforce, con un carico deportante di 1.050 chilogrammi a 250 km/h. Così i limiti dinamici si spingono ancora più in alto.

Ferrari SF90 XX Stradale

Ferrari SF90 XX Stradale record Fiorano

Qui i cilindri sono 8. A connetterla con la F80 ci pensano la doppia sovralimentazione e la natura ibrida del mezzo. Lo stile conquista meglio il consenso degli occhi, perché a dispetto della sua indole di auto estrema, la Ferrari SF90 XX Stradale è felicemente interpretata sul piano estetico. Ancora meglio fa la sorella Spider, decisamente più bella nella sezione superiore del cofano motore. Oggetto del nostro articolo è però la coupé, scelta in rappresentanza della famiglia, perché ne scrive il livello di performance migliore. Sulla pista di Fiorano, la “rossa” in esame completa un giro in 1’17″31.

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Questo crono la pone al secondo posto del podio, fra le supercar del “cavallino rampante”, a poco più di 2 secondi dalla già citata F80. Una performance di assoluto rilievo, degna dell’immagine da pista del modello. La Ferrari SF90 XX Stradale è l’anello di congiunzione ideale fra le auto laboratorio del programma XX e le sportive presenti nel listino della casa di Maranello. Qui le emozioni racing sono di casa, ma senza creare apprensioni, per la finezza della messa a punto.

Anche se vola tra i cordoli, come una belva da track-day, la vettura in esame riesce ad essere fruibile nelle strade di tutti i giorni, senza spaccare la schiena dopo 2 chilometri, come accade con prodotti estremi di qualche altro marchio. Del resto, non si diventa per caso il costruttore di riferimento tra quelli che producono auto sportive. Proposta in soli 799 esemplari (cui si aggiungono i 599 della sorella scoperta), la Ferrari SF90 XX Stradale è una limited edition destinata ad alcuni clienti speciali ed accreditati. Non tutti, infatti, potevano entrare in concessionaria per ordinarla. Un modo per premiare i più affezionati, preservando il marchio da speculazioni.

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Incredibile l’aspetto scenico di questa “rossa”, che cattura gli occhi, lanciandoli in una danza senza controllo, perché ogni dettaglio ed ogni elemento della tela grafica sembrano fatti apposta per inebriare i sensi. In realtà gli aspetti funzionali sono stati posti al centro del progetto, ma la collaborazione fra designer e ingegneri ha prodotto una carrozzeria di grande fascino, dove nulla spezza la coerenza visiva. Persino l’enorme ala posteriore si inserisce perfettamente nel quadro. Anzi, non si riuscirebbe ad apprezzare il modello con la stessa intensità se non fosse presente. Un caso più unico che raro, fra le auto dove questa appendice deportante non è integrata nella silhouette, come accadeva per la F40 e per la F50.

Anche il sound della SF90 XX Stradale sorprende favorevolmente, ma la magia delle note dei V12 resta molto lontana. Qui la spinta fa capo a un motore V8 biturbo endotermico da 4.0 litri di cilindrata, integrato dai tre motori elettrici, per una potenza di sistema di 1.030 cavalli. A lei tocca il terzo posto nel podio della potenza, fra le auto di listino della casa di Maranello. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 2.3 secondi, mentre per passare da 0 a 200 km/h bastano 6.5 secondi. Numeri quasi vicini a quelli della F80. Pur essendo orientata alla pista, la Ferrari SF90 XX Stradale si trova a suo agio sulle arterie viarie del mondo reale (buche e dossi permettendo). In questo sta la sua magia: nella capacità di portare in strada le emozioni delle corse, nella forma più genuina e senza particolari limiti.

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Ferrari 849 Testarossa

Ferrari 849 Testarossa
Foto Ferrari

Con un tempo sul giro di 1’17″50 va quasi come la SF90 XX Stradale sulla pista di Fiorano, pur essendo meno estrema nella sua concezione. Ancora una volta la casa di Maranello lascia a bocca aperta, per la capacità di infondere un temperamento racing ad una vettura del normale listino. Nata per prendere il posto della SF90 Stradale e declinata, come l’altra anche in versione Spider, la Ferrari 849 Testarossa è un missile ruotato del “normale” listino. Qui non abbiamo a che fare con una serie limitata, ma il prezzo molto impegnativo fa una grande selezione.

La parte estetica poteva essere gestita meglio. L’impressione è infatti quella di un passo indietro rispetto all’auto sostituita, almeno sul piano stilistico. Niente da dire, invece, sul repertorio tecnologico, che scrive nuove vette ingegneristiche fra le auto delle serie “ordinarie” del “cavallino rampante”. Sotto il cofano posteriore della sportiva in esame, nella cui parte terminale campeggiano delle alette ispirate dalle mitiche 512 S e 512 M, pulsa un motore V8 biturbo da 4.0 litri di cilindrata. Questo, insieme alla componente elettrica del sistema ibrido, sviluppa una potenza di sistema di 1.050 cavalli.

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L’apporto del cuore a benzina è di 830 cavalli, sonoramente elargiti al piacere delle orecchie, anche se il sound del V12 è di un altro pianeta. Con la sua colonna sonora matura un quadro prestazionale di straordinario splendore, illustrato da un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 2.3 secondi e da 0 a 200 km/h in 6.35 secondi. La velocità massima si fissa ad oltre 330 km/h. Sono metriche pazzesche, ma forse non quanto il tempo sul giro messo a segno sulla pista di Fiorano, di cui vi abbiamo già riferito.

Uno dei più grandi punti di forza della Ferrari 849 Testarossa è la sua efficienza dinamica. Con lei sembra quasi che le leggi della fisica non esistano, a dispetto della sua natura di confortevole granturismo, anche se dall’animo fortemente sportivo. Incredibile il livello di coinvolgimento promesso al pilota, senza penalizzarlo sul fronte del comfort di marcia e della raffinatezza. Il nome del modello mette in evidenza il numero di cilindri e la cubatura unitaria, riportata in frazione di un decimo. La parte terminale della sigla si lega ad una denominazione leggendaria della casa di Maranello e fa riferimento al colore rosso dei coperchi delle punterie.

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Chi pensa alla Testarossa degli anni ’80, troverà poco carismatico il suo look. Inoltre manca il 12 cilindri, ma per il resto, qui c’è solo eccellenza. Alla sicurezza attiva concorre la trazione integrale on-demand, resa possibile dalla collocazione sull’asse anteriore di due delle tre unità elettriche del powertrain, che nel complesso aggiungono 220 cavalli alla scuderia del motore a scoppio. L’auto in esame offre, fra gli altri, il brake-by-wire di ultima generazione, l’innovativo sistema di stima FIVE e l’ABS Evo, che migliora la precisione e la ripetibilità della frenata. A favore del profilo prestazionale gioca anche il rapporto peso/potenza, che si pone al livello più vantaggioso di sempre fra le “rosse” del “normale” listino. L’accurato studio aerodinamico ha portato la Ferrari 849 Testarossa su cifre altissime di downforce. Un dato mette subito in chiaro il concetto: il carico deportante tocca quota 415 kg a 250 km/h: 25 kg in più della SF90.