Euro 7, dal 2026 la normativa europea che “pesa” anche sulle elettriche

Ecco come lo standard Euro 7 rivoluziona la mobilità verde con regole su emissioni, freni, pneumatici e batterie. Una sfida tecnologica totale.
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Non fatevi ingannare dal rinvio dello stop ai motori termici al 2035. Rimettete lo spumante a posto. La strada verso la transizione ecologica è infatti diventata un percorso a ostacoli molto più tecnico. Dal 29 novembre 2026, infatti, entrerà in vigore lo standard Euro 7, una normativa che sposta il mirino. Non si guarda più solo a cosa esce dal tubo di scappamento, ma all’impatto ambientale totale del mezzo. La legge colpirà anche auto elettriche e ibride, furgoni, autobus e autocarri.

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Da tenere d’occhio, infatti, quello che nell’EU Regulation 2024/1257 è indicato nel particolato “non da scarico”. Per la prima volta al mondo, verranno limitate le polveri sottili (PM10 e PM2.5) prodotte dall’usura di freni e pneumatici.

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Le auto elettriche, pur non avendo gas di scarico, sono dei pesi massimi a causa delle batterie, il che le rende potenziali “divoratrici” di gomme. I produttori dovranno quindi inventarsi materiali spaziali per non sforare i nuovi parametri.

Il calendario è serrato. Dopo il debutto dell’omologazione nel 2026, dal 29 novembre 2027 l’obbligo Euro 7 si estenderà a tutti i veicoli nuovi in vendita, inclusi i modelli già a listino.

Per chi pensa di farla franca con la “personalizzazione”, arriva anche l’On-Board Monitoring (OBM): un sistema di sensori che monitora NOx e particolato in tempo reale, segnalando eventuali anomalie direttamente via etere. Un vero “vigile elettronico”, com’è stato soprannominato giornalisticamente, integrato nel cruscotto. Un sistema pensato per essere il guardiano green, ma che alla fine riguarda davvero pochi casi nel Continente.

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Sul fronte della durata, l’Europa raddoppia le pretese: i sistemi anti-inquinamento dovranno essere conformi per 10 anni o 200.000 km, ma per i giganti della strada si arriva a 875.000 km, combattendo l’obsolescenza programmata con una forza mai vista prima.

E le batterie? Anche loro avranno i loro minimi sindacali di longevità. Dovranno mantenere almeno l’80% della capacità dopo 5 anni (o 100.000 km) e il 72% dopo 8 anni. Insomma, l’Euro 7 non è più solo una questione di motori, ma una sfida tecnologica totale che promette di rendere l’aria più pulita, a patto di accettare un controllo elettronico costante.