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Ferrari Purosangue vs Ferrari F40: 2 “rosse” agli antipodi

Entrambe al top nelle rispettive categorie, anche se sono completamente diverse.

Ferrari Purosangue
Ferrari Purosangue (Foto da profilo Facebook Ferrari)

Portano lo stesso marchio, hanno la stessa origine, ma sono due “rosse” che più diverse non si potrebbe. Sto parlando delle Ferrari Purosangue ed F40. La prima segna l’ingresso della casa di Maranello in un altro segmento di mercato, per guadagnare clienti nuovi, che fino ad oggi non avevano amato a tal punto le “rosse” da staccare l’assegno d’acquisto.

La seconda, invece, è quella che più di tutte le altre è entrata nel cuore degli appassionati e dei clienti tradizionali del “cavallino rampante“, almeno con riferimento alle auto dell’era moderna. Già questo basta a segnare la netta differenza fra le due proposte. Anche il resto si pone su piani diametralmente opposti.

La Ferrari Purosangue punta sulla versatilità, mentre la Ferrari F40 ha come obiettivo la sportività senza compromessi. Lusso a profusione sulla “rossa” a ruote alta, carattere racing a piene mani sulla supercar del 1987, l’ultima uscita quando Enzo Ferrari era ancora tra noi: il suo testamento spirituale. Alta e pesante la prima, bassa e leggera la seconda. In termini di fascino non c’è storia: la F40 è di un altro pianeta. Il suo carisma è unico, il suo fascino inarrivabile.

La Purosangue, per quanto innovativa nel suo segmento, sembra quasi una delle tante. E poi è così diversa dall’idea Ferrari, così lontana dalla sua tradizione che, pur essendo prestazionalmente al vertice, ha il profumo dell’eresia. Questo, nonostante abbia anche un V12 sotto il cofano: cosa che invece manca alla F40, spinta da un V8 biturbo. Solo qui, forse, la Purosangue è più in sintonia con la storia del marchio.

Per il resto, perde su tutti i fronti ed anche sonoramente, almeno nella dimensione Ferrari, vista nella sua accezione classica, quella che appartiene all’immaginario collettivo. Quella della ricca collana di modelli, stradali e da gara, realizzati fino ad oggi, ad eccezione, ovviamente, del SUV. Quest’ultimo, grazie agli enormi progressi compiuti dalla tecnologia negli ultimi 35 anni (la F40 è del 1987), girerà in pista su tempi sicuramente più bassi della supercar alata, ma non è la stessa cosa.

Il piacere di condurre un mezzo basso e leggero è inimitabile. Inoltre, l’assenza di elettronica rende tutto più vivo e carnale sulla F40, che è un vero vulcano in termini di emozioni e di scariche di adrenalina. Sull’altra, il quadro sarà più ovattato. I riscontri cronometrici non sono tutto nella vita. Altrimenti si dovrebbe dire che un’auto elettrica sia più coinvolgente di una vettura sportiva endotermica, ma non è affatto così.

Sul piano estetico la F40 vince a mani basse. Nessuna Ferrari è più carismatica di lei, tranne forse la 250 GTO e la 330 P4. Nessuna Ferrari è più irrituale della Purosangue. Impossibile fare un paragone livellato fra le due protagoniste di questo post. La F40 è l’icona Ferrari, il sogno sportivo per antonomasia. La Purosangue è la “rossa” che piace a chi ama il lusso e ai mercati finanziari, che vogliono inquadrare la casa di Maranello in questa dimensione. Il “cavallino rampante” è un marchio esclusivo, ma renderlo di lusso nella tela borsistica può renderlo meno specialistico in termini di gamma e più orientato al “generalismo”, che non è il massimo in termini di salvaguardia del prestigio e della storia.

Ferrari F40

Ferrari F40
Un look che fa sognare ad occhi aperti

 

Parlare di questa vettura è sempre molto difficile, perché le belle parole non sono mai sufficienti a dipingere il suo splendore. La Ferrari F40 è l’essenza del piacere a quattro ruote. Un autentico capolavoro, perfetto anche nelle sue imperfezioni. Qui la coerenza e l’armonia hanno raggiunto il loro diapason. Nel corpo e nello spirito di questa magnifica creatura non va cambiata neanche una virgola, perché interpreta in modo fantastico la missione a lei assegnata.

Il fatto che sia nata sotto un’unica regia, quella dell’ingegnere Nicola Materazzi, ha reso impeccabile il flusso di efficienza, potenza e leggerezza, in un quadro emotivo che inebria in tutte le dimensioni sensoriali. Le linee della sua carrozzeria, poi, sono di uno splendore mai visto prima e mai visto dopo nel comparto delle supercar.

Pininfarina ha svolto un lavoro sublime, che ha consegnato la Ferrari F40 all’eternità. Quest’auto sportiva sembra un prototipo scappato dalla pista di Sebring o Le Mans, ma l’incredibile aggressività della silhouette si coniuga ad una fluidità espressiva e a un equilibrio formale impossibili da descrivere a parole. Basta guardarla in foto per rendersene conto. Dal vivo, poi, è poesia allo stato puro. Qualcosa di travolgente. Al suo fianco le altre auto sembrano dei banali ammassi di lamiere senza anima e senza senso.

Sebbene sia nata nel 1987, per celebrare gli otto lustri di vita del “cavallino rampante”, è ancora oggi in grado di mettere in ombra tutte le creature a quattro ruote sbocciate negli anni più recenti. Tra quelle uscite prima, solo pochissime possono reggere il confronto con lei, ma sono tutte molto anziane. Roba di un’altra epoca, per intenderci. Stiamo parlando di gioielli come la 250 GTO, la 330 P4 e robe del genere, giusto per intenderci.

Se l’estetica coinvolge, la meccanica non è da meno. La spinta giunge infatti da un motore V8 da 2.9 litri, sovralimentato da due turbocompressori, che eroga una potenza massima di 478 cavalli a 7000 giri al minuto, con un picco di coppia di 58.8 kgm a 4000 giri al minuto. Qualcuno potrebbe dire che sono numeri poco impressionanti: facile affermarlo col metro di oggi, ma a suo tempo erano il riferimento assoluto della categoria. Inoltre mi chiedo: costoro sono mai stati a bordo di una Ferrari F40? Io ho avuto la fortuna di viaggiarci più volte, con un bravissimo pilota al volante, e vi posso garantire che la spinta è mozzafiato.

L’impressione è che sia più energica di auto molto più potenti, anche se le cifre dicono il contrario. Del resto creature del genere non vivono di soli numeri, ma di forza, di passione, di scariche di adrenalina. E la Ferrari F40 ne regala a iosa. Certo, oggi molte vetture fanno meglio dei suoi 324 km/h di velocità massima e della sua accelerazione, ma non è la stessa cosa. Vi prego di credermi. Le dinamiche non sono per tutti. Qui non si è al cospetto di un elettrodomestico farcito di elettronica: la Ferrari F40 chiede rispetto e concede le sue doti solo ai migliori. Gli altri devono stare molto attenti, perché è lei che comanda.

Ferrari Purosangue

Ferrari Purosangue

Questa è una “rossa” per certi versi spregiudicata, che irrompe nella storia della casa di Maranello con la forza di uno tsunami. Mai gli uomini del “cavallino rampante” avevano osato tanto, fuori dal canale della tradizione. La Ferrari Purosangue spezza le certezze granitiche di una filosofia aziendale che si era radicata in 75 anni di vita. Il suo arrivo segna un cambiamento epocale, inviso agli appassionati tradizionalisti. Questa è una vettura che rompe gli schemi. Può essere considerata eretica, perché sdogana in listino un tipo di prodotto concettualmente ed architettonicamente lontano anni luce da quanto si era visto fino ad oggi.

Difficile, per chi è cresciuto a pane e Ferrari, aprire le porte del cuore a un mezzo del genere. Forse è il segno dei tempi, ma è difficile da accettare. I SUV sono il fenomeno del momento ed anche i marchi più prestigiosi si sono piegati a questa moda. Nel mondo ci sono tantissime persone pronte a mettersi in fila per vetture del genere che, da sole, possono raddoppiare in pochi mesi i volumi produttivi di un’azienda. Una sirena che i manager non hanno saputo ignorare, nemmeno dalle parti di Maranello.

La Ferrari Purosangue piace ai mercati finanziari, può portare tanto denaro nelle casse aziendali e suscita l’interesse di nuove fasce di clientela che, fino ad oggi, non avevano preso in considerazione il marchio del “cavallino rampante”. Speriamo, quantomeno, che il loro peso specifico non diventi predominante, per non snaturare l’essenza del mito. Il SUV della casa emiliana è in una fase avanzata dei test su strada. La sua presentazione dovrebbe avvenire nel terzo trimestre del 2022. Già oggi, comunque, è disponibile un teaser ufficiale, che mostra la parte anteriore del modello, nella veste definitiva. Altre foto scappate in rete, consentono di farsi un’idea sul design del posteriore e del profilo laterale.

Dalle più recenti notizie trapelate in rete, pare che inizialmente questa vettura sarà spinta da un motore V12 da oltre 800 cavalli di potenza. Poi dovrebbe giungere una versione con il V6 ibrido della 296 GTB. Nel 2026 potrebbe arrivare una versione completamente elettrica: altro colpo al cuore degli appassionati, inferto questa volta dal trend legislativo. La trazione della Ferrari Purosangue sarà ovviamente integrale. Essendo un SUV, si può ipotizzare anche un sano comportamento fuori dai fondi asfaltati, ma mi rifiuto di credere che qualcuno possa fare dell’off-road con una “rossa”.

In attesa di conoscere la sua scheda tecnica, possiamo ipotizzare che il modello sarà il punto di riferimento, per tutti, nella categoria di appartenenza. Un vero best in class, anche in termini di emozioni e di piacere di guida. Ovviamente resta il controsenso di fondo: un’auto alta e pesante, per quanto veloce come un missile, è un ossimoro rispetto al concetto di sportività. Tornando al quadro estetico, sulla Ferrari Purosangue si leggono delle parentele con altre auto del “cavallino rampante”, come la SF90 Stradale, la 296 GTB, la J50 e la GTC4 Lusso, ma questo è un argomento che abbiamo già trattato in un altro post, al quale rimandiamo per gli approfondimenti.

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