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Le 3 auto sportive di punta dei marchi italiani

Dalle nostre parti le auto sportive sono di casa, scopri le punte di diamante dei costruttori tricolori.

Maserati MC20 Product Design of the Year

In Italia le auto sportive fanno parte di una radicata tradizione. Del resto il Belpaese è stato (ed è) la culla delle migliori supercar. Qui, negli anni, sono nate delle autentiche opere d’arte su quattro ruote. Dalle parti di Maranello, poi, si producono sogni che lasciano a bocca aperta gli appassionati di ogni angolo del mondo. Anche a Modena sanno fare bene il loro lavoro.

Non vogliamo tralasciare gli uomini del “biscione” che, quando si mettono, sanno tirare dal cappello dei mezzi eccellenti. Oggi abbiamo raccolto per voi le auto sportive di punta delle case automobilistiche italiane. I marchi li avrete già intuiti: Ferrari, Maserati, Alfa Romeo. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta.

Ferrari SF90 Stradale: regina fra le auto sportive

La Ferrari SF90 Stradale scrive l’attuale apice prestazionale del listino della casa di Maranello. Questa supercar, in listino dal 2019, porta il nome di una monoposto di Formula 1. Una chiara volontà di sottolineare il collegamento con l’esperienza racing maturata dagli uomini del “cavallino rampante”. Si tratta della prima “rossa” ibrida plug-in di serie ed è anche la più potente della storia fra quelle del listino commerciale del marchio.

Il suo sistema propulsivo eroga, infatti, la bellezza di 1000 cavalli. La cifra nasce dalla somma dei 780 cavalli a 7500 giri al minuto erogati dal motore endotermico V8 biturbo da 3990 centimetri cubi e dei 220 cavalli messi sul piatto dai tre cuori elettrici. Due di questi sono disposti all’avantreno e regalano il grip aggiuntivo della trazione integrale. La batteria agli ioni di litio garantisce un’autonomia di 25 km nella modalità elettrica.

Il quadro prestazionale è al top. La Ferrari SF90 Stradale ha un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2.5 secondi, mentre per passare da 0 a 200 km/h richiede solo 6.5 secondi. Il tempo sul giro nella pista di Fiorano è di 1’19”, sette decimi meno della Ferrari LaFerrari. La velocità massima supera quota 340 km/h. A smorzare le danze dei questa rapidissima supercar ci pensano dei potenti freni carboceramici della Brembo, che ne arrestano la marcia da 100 km/h in meno di 29,5 metri. Molto raffinato il nuovo cambio F1 doppia frizione a otto rapporti.

Sul modello, grande cura è stata riservata allo studio aerodinamico, che ha portato ad alti livelli di carico deportante senza sporcare la linea della carrozzeria. A 250 km/h la downforce è di ben 390 kg nella versione Assetto Fiorano, ancora più affinata in chiave racing. Sulla Ferrari SF90 Stradale il classico Manettino è affiancato dall’inedito eManettino, che consente di gestire l’interazione e la risposta dei motori elettrici. Quattro le posizioni, corrispondenti ad altrettante modalità operative: eDrive, Hybrid, Performance e Qualify. Nell’ultima posizione, il motore termico e i motori elettrici lavorano in sinergia permettendo di sfruttare la massima potenza del sistema.

Spostando l’attenzione sul quadro stilistico, questa supercar si caratterizza per un nuovo codice linguistico, in un quadro di proporzioni diverse da quelle rituali. Notevole il fascino del profilo laterale e della vista di 3/4 anteriore. Va un po’ meno bene per lo specchio di coda, ma questo recupera la giusta armonia nella versione Spider, esteticamente migliore della coupé. Superfluo dire che la Ferrari SF90 Stradale è un sogno ad occhi aperti, destinato però a una ristretta cerchia di appassionati, dal conto in banca particolarmente capiente.

Questa vettura rappresenta al momento l’eccellenza prestazionale della scuola italiana ed è il fiore all’occhiello della produzione tricolore di serie, non solo fra le auto sportive. Peccato soltanto che il sound non sia all’altezza di quello dei modelli V12, che suonano decisamente meglio. Non ci si può, tuttavia, lamentare delle note del V8, che esprime delle sonorità meccaniche assolutamente preziose.

Maserati MC20: le auto sportive secondo il tridente

La Maserati MC20 è l’auto che ha riportato la sportività pura nel catalogo del “tridente”. Con lei rivive, anche se in forma meno estrema, la filosofia della MC12 in tiratura limitata. L’aspetto da supercar è la cartina di tornasole della sua essenza. Qui le forme sono da prototipo, ma l’aggressività si coniuga in modo sublime all’eleganza. Il merito del progetto stilistico è di Klaus Busse e del suo gruppo di lavoro.

Scorrendo lo sguardo sulla carrozzeria si nota l’assenza di appendici aerodinamiche nocive per l’armonia del suo design. I volumi si snodano in forma plastica e con grande purezza. Il concept della MC20 è misurato, senza eccessi, per un look senza tempo, segno distintivo delle Maserati di tutte le epoche. La parte superiore della vettura ha una forma scultorea, mentre quella inferiore è un concentrato di pura tecnica. Impeccabile lo studio aerodinamico, che ha consentito tutto questo.

La Maserati MC20 scrive un equilibrio perfetto, miscelando in modo naturale elementi non sempre facili da coniugare con fluidità. Il frontale è forse la parte meno riuscita, per l’eccessiva grandezza della presa d’aria e per la presenza scenica un po’ ingessata. Le altre prospettive d’osservazione regalano invece alla vista un colpo d’occhio da sogno. Splendido il profilo laterale; suggestivo lo specchio di coda.

Di particolare fascino le portiere Butterfly, che agevolano anche l’accesso a bordo. Una soluzione esotica, da hypercar, che si erge ad un ulteriore elemento distintivo del modello. La Maserati MC20 è una scultura dinamica. In essa si coglie un mix ideale tra artigianato e ingegneria, tra passione e tecnologia. Con lei, il futuro della casa modenese entra nel presente e diventa attualità.

Tra i suoi punti di forza, la capacità di essere molto appagante sul piano emotivo sia in pista che su strada. In ogni scenario operativo, l’esperienza dinamica inebria il sistema sensoriale. Non bisogna spingersi al limite per trarre abbondanti dosi di giovamento e questo è un grande pregio per un simile “giocattolo”. Le auto sportive si comprano per tornare a casa col sorriso stampato nel volto: la Maserati MC20 riesce benissimo a colpire nel segno.

Gli ingegneri e i collaudatori del marchio sono riusciti a creare una sorgente di piacere, per dissetare al meglio gli appassionati. L’energia di questa vettura giunge da un motore V6 da 3.0 litri, sovralimentato con due turbocompressori, che spingono in modo vigoroso. Il dato sulla potenza massima soddisfa anche i palati più raffinati, perché qui ci sono 630 cavalli di nobile specie.

Per ottenere ottimi riscontri in termini di leggerezza e resistenza, su questa vettura è stato adottato un telaio in fibra di carbonio, progettato insieme a Dallara. Un nome, quest’ultimo, che non ha certo bisogno di presentazioni. La miscela si traduce in prestazioni di altissimo livello, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e da 0 a 200 km/h in 8,8 secondi. Il tutto condito da un sound gratificante, che concorre alla bontà dell’esperienza emotiva. La velocità massima dichiarata è di 325 km/h.

Alfa Romeo Giulia GTAm: berlina da corsa

L’Alfa Romeo Giulia GTAm, insieme alla sorella GTA, fa pulsare al massimo il cuore sportivo del “biscione”. Questa vettura non fa nulla per nascondere la sua indole, che emerge sin dal primo colpo d’occhio. Il look sprizza forza agonistica da tutti i pori. Qui si respira la proficua sinergia con il mondo delle corse.

Rispetto alla già velocissima Quadrifoglio, il peso alla bilancia scende di ben 100 chilogrammi. Un traguardo reso possibile dall’esteso ricorso a materiali ultraleggeri e a componenti in fibra carbonio. Se ne giova il quadro dinamico, grazie anche alla superiore potenza rispetto all’auto di partenza. Qui i cavalli sono infatti 540: un valore più alto di 30 lunghezze rispetto alla già citata Quadrifoglio.

L’anima di questa berlina piena di muscoli è il motore a benzina 2.9 V6 biturbo, nato in stretta sinergia con la Ferrari. Il sound e la tempra caratteriale danno una misura della sua eccellenza, che emerge in special modo nell’uso sportivo. Qui davvero le pulsazioni cardiache vanno a mille. I numeri non bastano a raccontare lo splendore dell’appagamento sensoriale. L’Alfa Romeo Giulia GTAm liquida il passaggio da 0 a 100 km/h in appena 3.6 secondi. Anche oltre la sua spinta è formidabile.

L’acceleratore è un vero strumento di piacere, in linea con l’intero pacchetto. Il sound regala note da pelle d’oca, grazie allo specifico scarico disegnato da Akrapovic. Facile innamorarsi di questa vettura in serie limitata, nata per celebrare i 110 anni del “biscione”. Basta guardarla per sentirsi idealmente proiettati in pista. Il kit aerodinamico, del resto, è in linea con i trend del motorsport. Come abbiamo riferito in altre occasioni, i cerchi da 20″ con attacco monodado portano su una berlina stradale una soluzione tipica delle monoposto da Gran Premio.

Sull’Alfa Romeo Giulia GTAm le atmosfere racing delle migliori auto sportive si respirano in tutte le dimensioni sensoriali. Anche l’assetto è piuttosto corsaiolo, ma non mette in apprensione, perché si è voluta garantire una guidabilità a prova di utente comune. A condizione che non voglia esplorarne i limiti, perché a quel punto la faccenda diventa complicata e richiede un manico esperto. Questa muscolosa berlina, secondo gli uomini che l’hanno sviluppata, definisce “il più alto punto d’incontro fra ingegneria ed emozioni, qualcosa che solo un brand leggendario come Alfa Romeo poteva creare”.

Inserirla in questa lista, come ambasciatrice dell’eccellenza del marchio milanese, era doveroso. Certo, dal punto di vista concettuale la 4C è ancora più estrema, ma nella realtà il livello di performance che sviluppa la Giulia GTAm è nettamente superiore. Questa vettura è, al momento, la migliore ambasciatrice moderna dello spirito racing del “biscione”. Quel nome, poi, è come la classica ciliegina sulla torta, rimandando a felici memorie storiche. Roba che strappa le lacrime dagli occhi agli appassionati. Chapeau agli uomini di Alfa Romeo per aver saputo creare un simile oggetto dei desideri. Una nuova auto da poster, dell’era moderna.

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