Porsche, gli azionisti impongono il cambiamento: terremoto in arrivo

Oliver Blume, CEO di Porsche, si dimetterà nel 2026 e farà spazio ad un nuovo amministratore delegato più giovane, su richiesta degli azionisti.
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Anche se era nell’aria da tempo, ora sembra certo che Oliver Blume, CEO di Porsche, lascerà la sua carica all’inizio del 2026. Blume, che dal 2022 ricopre anche il ruolo di amministratore delegato del Gruppo Volkswagen, ha sempre dovuto gestire un doppio incarico considerato problematico sia dagli azionisti sia dai dipendenti. Negli ultimi mesi, infatti, la pressione è aumentata fino a rendere inevitabile la difficile decisione.

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Porsche “scarica” Oliver Blume: a inizio 2026 arriverà un nuovo CEO

Oliver Blume CEO volkswagen
Oliver Blume, Vorstandsvorsitzender von Porsche, spricht während der Bilanzpressekonferenz des Unternehmens im Werk Leipzig. Der Sport- und Geländewagenbauer Porsche veröffentlichte am gleichen Tag seine Geschäftszahlen für das vergangene Jahr. (zu dpa: «VW-Chef Blume zu Sparmaßnahmen: Ziel steht, Weg ist flexibel») +++ dpa-Bildfunk +++

Secondo il quotidiano tedesco Bild, che cita sei fonti indipendenti, il consiglio di sorveglianza di Porsche avrebbe già scelto il successore di Blume, anche se il nome resta per ora segreto. Si tratterebbe di un dirigente con un forte background tecnico e con profonda conoscenza del gruppo Volkswagen. La scelta si inserisce infatti in un ricambio generazionale già avviato in Porsche: nel corso dell’anno, infatti, diversi dirigenti storici sono stati sostituiti da profili più giovani.

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Oliver Blume, oggi 57enne, guida Porsche dal 2015, ma da quando ha assunto anche la leadership di Volkswagen, le critiche non si sono mai placate. La presidente del comitato aziendale di VW aveva dichiarato pubblicamente che “non si può essere CEO part-time a Wolfsburg e dedicare il resto del tempo a Porsche”, sottolineando la necessità di una gestione più concentrata su un solo incarico.

Porsche logo

Prima di lasciare, Blume vuole però portare a termine le trattative con i sindacati su un delicato piano di ristrutturazione che prevede fino a 3.900 tagli di personale entro il 2029. Porsche sta attraversando un periodo di crisi e ridefinizione strategica, aggravato dal calo delle vendite in Cina e negli Stati Uniti e dalle difficoltà legate alla transizione verso l’elettrico, un ambito nel quale il marchio ha forse investito troppo in fretta.

Gestire contemporaneamente due situazioni complesse si è rivelato insostenibile. Non a caso, Blume ha ammesso di recente che “il doppio incarico non può durare per sempre”. Dal 2026, il manager tedesco si concentrerà esclusivamente su Volkswagen, impegnata in un piano di riduzione dei costi e razionalizzazione delle attività per rilanciare la redditività del gruppo.