La Cina ha ufficializzato un nuovo aggiornamento al proprio catalogo delle tecnologie soggette a divieti o restrizioni per l’esportazione, puntando stavolta dritto al cuore dell’industria delle batterie. A darne notizia è stato il Ministero del Commercio (MOC) lo scorso martedì, il 15 luglio, confermando l’aggiunta della tecnologia per la preparazione dei materiali catodici, tra cui il litio ferro fosfato (LFP), tra quelle sottoposte a licenza obbligatoria per l’export.
Il catalogo aggiornato dalla Cina, redatto in collaborazione con il Ministero della Scienza e della Tecnologia, include una nuova voce inserita, tre rimosse e una modifica a un’esistente. La nuova misura riflette una crescente attenzione alle tecnologie strategiche nel settore dell’energia elettrica e della mobilità sostenibile, considerate essenziali non solo per lo sviluppo industriale, ma anche per la sicurezza nazionale.

Secondo un portavoce del MOC, la decisione di vincolare l’esportazione delle tecnologie legate ai materiali catodici nasce dalla loro crescente rilevanza in ambiti industriali sensibili, in particolare nel comparto dei veicoli elettrici e dello stoccaggio energetico.
Parallelamente, la Cina ha apportato modifiche ai controlli sulla metallurgia dei metalli non ferrosi, in particolare sui processi di produzione del carbonato di litio a base di spodumene e sull’estrazione del gallio metallico, entrambi materiali cruciali per l’elettronica avanzata e le energie rinnovabili. Sul fronte delle architetture e dell’ambiente costruito, invece, le autorità hanno rimosso restrizioni relative a tecniche architettoniche tradizionali cinesi e ad alcune tecnologie per il controllo climatico negli edifici, con l’obiettivo di incentivare la condivisione internazionale del patrimonio ingegneristico e culturale.
L’aggiornamento si inserisce in una strategia più ampia per tutelare gli interessi economici della Cina, garantendo allo stesso tempo un’apertura selettiva alla cooperazione globale. Il MOC ha sottolineato che il processo di revisione ha coinvolto ministeri competenti, associazioni industriali, accademici e opinione pubblica, per assicurare trasparenza e aderenza alle priorità nazionali.

Il catalogo delle tecnologie vietate e soggette a restrizioni, introdotto originariamente nel 2001 e rivisto in tre precedenti occasioni (2008, 2020 e 2023), rappresenta oggi uno strumento centrale della politica commerciale cinese. Le tecnologie inserite nella lista proibita non possono essere esportate, mentre quelle soggette a restrizioni necessitano di un’autorizzazione ufficiale che, per forza di cose, è più complessa e onerosa.
Pechino ribadisce comunque il suo controllo di indubbio livello globale e, al contempo, l’impegno per un’apertura di alto livello, pronta a collaborare con partner nello scambio di conoscenze e innovazioni. Ma solo alle proprie condizioni.