Quando nel 2022 il settore automobilistico stava faticosamente uscendo dalla crisi pandemica, Mercedes annunciò con grande enfasi una svolta strategica pensata per ridurre i modelli “popolari” per concentrarsi sull’ultra-lusso. L’obiettivo era valorizzare al massimo i suoi prodotti di punta, come Maybach, Classe S, Classe G e GLS, puntando su margini elevati più che sui grandi volumi. A distanza di tre anni, però, i risultati raccontano una storia molto diversa da quella immaginata allora.

Già all’epoca, col senno di poi, il tempismo dell’operazione appariva rischioso. In un mercato ancora fragile, Mercedes aveva deciso di spingere su modelli dal costo molto elevato, sostenuta soprattutto dalle buone performance in Cina, dove anche le sue vetture di lusso riuscivano ancora a trovare acquirenti. Oggi, però, lo scenario è cambiato in modo drastico.
Secondo i dati riportati da Automotive News, la redditività del marchio si è praticamente dimezzata, passando dal 16,4 per cento del 2022 all’8,1 per cento nel 2024. Un crollo che mette in discussione l’intero impianto strategico. Le auto da centinaia di migliaia di euro, per loro natura, hanno numeri ridotti e non possono garantire la stabilità economica che deriva dai modelli di grande diffusione. Ed è proprio su questi ultimi che, storicamente, si costruiscono i veri equilibri finanziari.
A peggiorare il quadro è arrivato il brusco rallentamento delle vendite in Cina. I costruttori locali, sempre più competitivi sul piano tecnologico e con prezzi molto più accessibili, hanno rapidamente sottratto spazio ai marchi premium occidentali, colpendo in modo diretto anche Mercedes.

Di fronte a questa situazione, la casa automobilistica di Stoccarda è ora costretta a ripensare nuovamente la propria strategia. Secondo diversi analisti, anche la posizione dell’amministratore delegato Ola Källenius, promotore della svolta verso l’ultra-lusso, sarebbe sotto forte pressione. Il ritorno a modelli più accessibili viene visto come un passaggio obbligato per ricostruire volumi e margini.
In questo contesto diventano centrali le collaborazioni industriali, come quella già in corso con Geely. La nuova Mercedes CLA ibrida, ad esempio, utilizza già un motore sviluppato con il gruppo cinese, e non è escluso che in futuro le sinergie aumentino. La riduzione della redditività limita inoltre la capacità di investimento nella transizione elettrica, anche se l’accoglienza positiva delle nuove CLA EQ e GLC EQ lascia intravedere per Mercedes una possibile ripartenza su basi più solide rispetto al recente passato.
