La rivoluzione cinese delle batterie allo stato solido: da Milano a Parigi senza soste

Le nuove batterie allo stato solido firmate Chery, secondo quanto riportato, sono capaci di garantire un’autonomia di circa 1.287 km con una ricarica.
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Il dibattito sull’autonomia delle auto elettriche è, da tempo, quasi un esercizio di autolesionismo per l’Occidente, che fatica praticamente sempre a superare la soglia psicologica dei 500-600 km. E, come spesso accade nel settore delle batterie, la soluzione al problema potrebbe arrivare dalla Cina, con una promessa così audace da sembrare uno scherzo tecnologico. Parliamo di batterie allo stato solido firmate Chery capaci di garantire un’autonomia di circa 1.287 km con una singola ricarica.

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Non è una semplice batteria agli ioni di litio potenziata, ma un vero e proprio salto tecnologico che risolve i limiti di sicurezza e densità energetica degli attuali elettroliti liquidi.

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I ricercatori cinesi che hanno lavorato per il brand proprietario di nomi come Omoda, Jaecoo, Jetour ed Exeed, hanno infatti superato alcune delle principali barriere alla produzione di massa delle batterie allo stato solido, concentrandosi sulla resistenza dell’interfaccia tra gli elettrodi e l’elettrolita solido. In pratica, hanno trovato il modo di far comunicare meglio i materiali solidi, una sfida che finora aveva bloccato l’industrializzazione di questa “sacra coppa” delle batterie.

Cailianshe ha riferito che Chery ha presentato il suo modulo batteria completamente allo stato solido alla Chery Global Innovation Conference 2025. Il modulo utilizza un elettrolita solido polimerizzato in situ e materiali catodici ricchi di litio-manganese.

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Il risultato di queste scoperte, come riportato anche dalla CCTV cinese, è un materiale che non solo resiste a test di abuso estremi (come la penetrazione con un chiodo e temperature di oltre 120°C) senza incendiarsi o produrre fumo, ma che permette a un pacco batterie di soli 100 kg di spingere un’auto elettrica oltre i 1.000 chilometri di autonomia.

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Questa innovazione è cruciale perché, aumentando la densità energetica ben oltre i 500 Wh/kg (il 50% in più delle celle attuali ampiamente commercializzate), rende le auto elettriche più leggere, più sicure e, soprattutto, finalmente capaci di viaggiare quanto un’equivalente a combustione interna.

L’industria occidentale, con colossi come Toyota e CATL che hanno investito miliardi nella ricerca, ora si trova a inseguire un’innovazione che, se industrializzata, riscriverà le gerarchie globali nella mobilità elettrica.