Quando gli esperti di Interbrand svelano la loro classifica annuale dei marchi automobilistici più preziosi al mondo, ci si aspetterebbe che il podio sia un tripudio di cavallini rampanti o di stelle a tre punte luccicanti. Il marchio che vale più di tutti è, paradossalmente, quello che sa di normalità, di affidabilità tediosa.
La Toyota, infatti, si conferma il marchio automobilistico di maggior valore, classificandosi al sesto posto globale assoluto tra i brand (di ogni tipo), con una valutazione che sfiora i 74,2 miliardi di dollari. Non sarà glamour, ma il suo valore di brand è salito di un solido 2% nell’ultimo anno. Un aumento da ragionieri, ma in questo settore, la stabilità è il nuovo lusso.

Il vero dramma, il colpo di scena, è il crollo verticale di Tesla. L’azienda che tutti ritenevano invincibile e destinata a cannibalizzare il mercato si è vista deprezzare il valore del marchio di un abissale 35%, scendendo al 25esimo posto globale. Tutta una questione legata alla dura e spietata realtà della competizione elettrica, che ora non è più un club esclusivo. Insomma, quando tutti imparano a fare auto elettriche, l’aura di unicità di Tesla si dissolve.
A seguire il vincitore, troviamo il lusso classico, ma anch’esso in sofferenza. Mercedes, pur mantenendo un solido decimo posto globale, ha visto il suo valore di brand calare di un significativo 15%, assestandosi a 50,1 miliardi di dollari. Dietro, BMW ha subito un declino più contenuto, circa il 10%, con una valutazione di 46,8 miliardi di dollari.

La classifica è un bagno di umiltà per i vecchi e i nuovi giganti. Marchi come Honda o Hyundai, in 29esima e 30esima posizione, possono mantenere un posto di rilievo, dimostrando che l’accesso di massa e la qualità affidabile pagano. Ma passando a Ferrari, pur non essendo un brand di volume, si nota come anche il suo valore sia cresciuto del 17%, non tanto per le vendite di auto (che restano una nicchia dorata), ma grazie al suo successo nel mercato del lusso allargato, tra licensing e accessori.
Intanto, l’ombra della Cina si allunga sul futuro. BYD viene citata come il disruptor più grande dai tempi di Tesla stessa, con prodotti considerati di “classe mondiale” e una spinta prepotente sui mercati europei.