La batteria realizzata dall’americana 24M promette più energia in meno spazio

Più energia e meno spreco di spazio. Con ETOP l’80% della batteria è composto da elettrodi, contro il 30-60% delle soluzioni convenzionali.
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Dal Massachusetts arriva una novità che potrebbe far tremare il mondo delle batterie. Stiamo parlando di 24M Technologies e di ETOP (Electrode-to-Pack), la configurazione per una batteria che promette una densità energetica mai vista prima. Il trucco starebbe nel “sigillare” ogni elettrodo in una sottile pellicola polimerica, integrandolo direttamente nel pacco batteria. In soldoni, addio al complicato (e dispendioso) processo di assemblaggio basato su singole celle.

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Secondo l’azienda, i metodi tradizionali sprecano troppo spazio e materiali, visto che una buona fetta del volume delle batterie agli ioni di litio è occupata da plastica, metallo e componenti che non producono energia. Con ETOP, invece, l’80% della batteria è composto da elettrodi, contro il 30-60% delle soluzioni convenzionali. In pratica, nello stesso ingombro fisico si può stipare molta più energia, riducendo contemporaneamente i costi di produzione.

24m batteria
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Il bello è che questa innovazione non è legata a una singola chimica. Può essere applicata alle classiche NMC e LFP, ma anche alle varianti NCA, al sodio e ad altre ancora. Inoltre, le celle polimeriche offrono una flessibilità inedita, poiché si possono modellare praticamente in qualsiasi forma, adattandole allo spazio disponibile. Una manna non solo per le auto, ma anche per settori come l’aviazione, lo stoccaggio energetico e la micro-mobilità.

Non si tratta di un sogno a lungo termine. 24M ha già costruito i primi prototipi, che verranno testati da un (ancora misterioso) “grande costruttore” nei prossimi mesi. L’azienda prevede che i primi avvii di produzione possano avvenire già nel 2027, con i pacchi ETOP pronti a circolare su strada entro il 2028. Per altri settori, come droni o sistemi di accumulo, l’attesa potrebbe essere persino più breve, grazie a cicli di validazione meno complessi.

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Dal punto di vista industriale, il passaggio a questa tecnologia non richiederà investimenti colossali: le linee esistenti dovrebbero adattarsi con modifiche contenute. Un vantaggio non da poco, se si pensa ai margini ridotti e ai costi stellari che gravano sull’industria delle batterie. Ora resta da capire se la promessa si tradurrà davvero in una rivoluzione.