Ford reagisce allo sgarbo subito dal suo CEO e manda un segnale alla concorrenza cinese

Ford rilancia sul fronte dell’elettrico per contrastare i marchi cinesi come BYD e Xiaomi, puntando su innovazione e modelli accessibili entro il 2027.
ford CEO Jim Farley ford CEO Jim Farley

Negli ultimi anni il mercato automobilistico ha visto un netto cambiamento. Da una parte avanzano i costruttori cinesi, sempre più competitivi sul fronte dell’elettrico; dall’altra, i marchi storici di Stati Uniti, Europa, Giappone e Corea, faticano a tenere il passo e vedono erodersi quote di mercato a una velocità preoccupante.

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Tra i dirigenti che lanciano l’allarme c’è Jim Farley, CEO di Ford, che non usa mezzi termini per descrivere la situazione. Dopo aver confrontato alcuni modelli dell’Ovale Blu con una Tesla Model 3 e con diverse vetture elettriche cinesi, come la Xiaomi SU7, il responso interno è stato un pugno nello stomaco. Farley ha raccontato che lo smontaggio di questi veicoli ha rivelato una superiorità evidente dei rivali, sia in termini di progettazione sia di efficienza. Un esempio? I concorrenti riescono a eliminare fino a un chilometro e mezzo di cablaggi rispetto alla Mustang Mach-E, con vantaggi immediati su peso, costi, complessità tecnica e dimensionamento della batteria.

Ford mette nel mirino le case automobilistiche cinesi: nel 2027 il primo modello elettrico accessibile

ford CEO Jim Farley
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Una scoperta che però non ha scoraggiato Ford, che vede in questa sfida una questione di sopravvivenza. Farley afferma apertamente che rinunciare all’elettrico significherebbe consegnare l’intero mercato globale ai marchi cinesi, ed è una possibilità che non intende prendere in considerazione.

Da quel confronto, Ford ha avviato una riorganizzazione interna profonda, suddividendo l’azienda in tre divisioni separate e creando un vero e proprio reparto dedicato ai veicoli elettrici. Una scelta sicuramente costosa, dato che nel 2024 la divisione ha registrato perdite per 5 miliardi di dollari, e il bilancio del 2025 non sarà molto diverso. Ma secondo Farley non c’è alternativa se Ford vuole tornare competitiva.

Ed è proprio sperimentando in prima persona (ha più volte elogiato la Xiaomi SU7 affermando di guidarla tutti i giorni) che il CEO si è convinto dell’enorme vantaggio dei produttori cinesi. A suo dire, marchi come BYD sono avanti anni luce per qualità dei software di bordo, servizi digitali, gestione dell’energia e integrazione dell’intelligenza artificiale. Non sorprende quindi che in Cina i veicoli elettrici abbiano già superato il 50% del mercato, mentre gli Stati Uniti faticano a raggiungere il 10%.

ford colonia
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A peggiorare il quadro per Ford ci sono anche le politiche americane. L’amministrazione Trump ha eliminato molti incentivi, e Farley stima che la quota di auto elettriche negli USA potrebbe scendere verso il 5%. Intanto, secondo lui, i costruttori cinesi avrebbero la capacità produttiva sufficiente a rifornire l’intero mercato nordamericano da soli, una prospettiva che paragona alla “guerra” commerciale contro il Giappone negli anni ’80, ma “molto più intensa”.

Per evitare il tracollo, Ford scommette su modelli elettrici accessibili. I rivali asiatici, dopotutto, stanno dominando proprio nel segmento più economico, con vetture come la BYD Seagull (venduta in Cina a poco più di 8.000 euro). Per competere in quel campo, Ford punta sulle batterie LFP, più economiche delle tradizionali NMC. Il primo tassello di questa strategia sarà un nuovo pick-up elettrico atteso nel 2027, dotato di batterie CATL e un prezzo stimato intorno ai 30.000 dollari, una cifra considerata cruciale per riconquistare terreno. Secondo Farley, la battaglia è appena iniziata, e Ford, assicura, non ha alcuna intenzione di arrendersi.