La transizione verso la mobilità elettrica sta trasformando profondamente l’industria automobilistica, ma secondo alcuni protagonisti storici del settore, non tutti i passi compiuti finora sono stati saggi. Tra le voci più critiche spicca quella di Mark Fields, amministratore delegato di Ford tra il 2014 e il 2017, che ha guidato l’azienda in una fase di grandi cambiamenti prima di essere sostituito da Jim Hackett e poi, nel 2020, dall’attuale CEO Jim Farley.
L’ex CEO di Ford critica la corsa all’elettrico

Durante un’intervista al programma Power Lunch della CNBC, Fields ha sottolineato come molti costruttori abbiano spinto sull’elettrificazione “a tutto gas”, senza comprendere realmente cosa volessero o potessero permettersi i clienti. “Negli ultimi anni le aziende si sono lanciate nella produzione di veicoli elettrici senza avere un dialogo con il mercato. Non si sono chieste di cosa avessero bisogno i consumatori per poter acquistare un’auto elettrica”, ha dichiarato l’ex dirigente americano.
Secondo Fields, il risultato è un’offerta sovradimensionata rispetto alla domanda reale, una condizione che ora pesa soprattutto sui marchi che hanno investito miliardi in nuovi modelli a batteria. “Molti costruttori, come General Motors, si sono vantati di avere una gamma completamente elettrica. Quello che sembrava un vantaggio competitivo si sta rivelando un problema, perché l’adozione dei veicoli elettrici sarà più lenta del previsto, almeno nel breve e medio termine”, ha aggiunto.
Il tema è tornato d’attualità dopo la scadenza, lo scorso 30 settembre, degli incentivi federali dell’amministrazione Biden fino a 7.500 dollari per i nuovi EV e 4.500 per gli usati. La fine delle agevolazioni, secondo diversi analisti, rischia di frenare ulteriormente la domanda negli Stati Uniti. Anche l’attuale CEO Jim Farley ha ammesso che il mercato automobilistico del futuro “sarà più piccolo” rispetto al passato, mentre l’ex presidente di Tesla Jon McNeill resta più ottimista, sostenendo che le vendite di elettriche continueranno a crescere, come dimostrano i recenti dati positivi in Francia e Germania, dove gli incentivi sono terminati già da oltre un anno.

Un caso emblematico citato da Fields è quello del Ford Explorer elettrico. In origine, il progetto prevedeva un SUV a sette posti per il mercato americano, completamente diverso dall’attuale versione europea realizzata sulla piattaforma MEB di Volkswagen. Dopo miliardi di dollari di investimenti, il piano è stato cancellato, segno delle difficoltà e dei ripensamenti che stanno colpendo anche i colossi dell’automotive.
In Europa, Ford punta ancora su modelli come la Mustang Mach-E e la Puma Gen-E, entrambe accolte positivamente. Nonostante ciò, secondo gli esperti l’industria si è mossa troppo velocemente, spinta da ambizioni politiche e pressioni regolatorie più che dalle reali esigenze del mercato.