Mentre l’Unione Europea mette al bando i motori diesel, la cui quota di mercato è crollata da oltre il 50% all’8%, superata persino dagli ibridi plug-in, Audi si rifiuta di mandare in pensione la tecnologia che le ha regalato otto vittorie alla 24 Ore di Le Mans e persino un tentativo di montare un V12 diesel sulla R8.
Il risultato è l’ultima incarnazione del motore TDI, un V6 da 3,0 litri per il 2025 che debutta su A6 e Q5. Il segreto è l’elettrificazione intelligente. Infatti, il nuovo diesel mild-hybrid abbina il sistema a 48 volt con un compressore elettrico.

L’unità elettrica, montata nel condotto di aspirazione, interviene quando il turbocompressore ha poca energia, ovvero ai bassi regimi. L’aria, già compressa dal turbo azionato dai gas di scarico, viene ulteriormente compressa prima di entrare nella camera di combustione. Il risultato è una coppia maggiore e un ritardo del turbo (anche turbo lag) praticamente nullo. Audi sostiene con orgoglio che la risposta sia paragonabile a quella di un’auto elettrica.
Il motore eroga 295 CV e ben 580 Nm di coppia già a 1.500 giri/min. L’elettrificazione non è da meno, dato che il sistema mild-hybrid aggiunge temporaneamente 24 CV e 230 Nm di coppia extra in fase di partenza. Questi dati si traducono in prestazioni sorprendenti. Una A6 berlina scatta da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi (con la wagon in 5,3 secondi), mentre la più leggera Q5 fa lo sprint in cinque secondi netti.

Nonostante la sua complessità (il motore è di quelli coinvolti nello scandalo Dieselgate), Audi insiste sul fatto che questo V6 sia il suo più pulito di sempre. Non solo, il motore può persino funzionare con olio vegetale idrotrattato (noto anche come carburante HVO), ottenuto da oli alimentari esausti. L’uso di HVO riduce le emissioni di CO2 fino al 95% rispetto al diesel convenzionale, dimostrando che, anche se il diesel è in declino, il suo addio non sarà né silenzioso né privo di tecnologia avanzata.
