Nel 2026 Audi lancerà il Q9, destinato a diventare il modello più imponente della gamma dei Quattro Anelli. Questo maxi SUV si confronterà direttamente con BMW X7 e Mercedes GLS. Geoffrey Bouquot, responsabile dello sviluppo di Audi, ha confermato che il Q9 debutterà il prossimo anno insieme alla nuova generazione del Q7. Quest’ultimo, dopo quasi dieci anni di carriera e diversi restyling, sarà finalmente sostituito da un modello inedito. Entrambi poggeranno sulla nuova piattaforma PPC (Premium Platform Combustion), la stessa che sarà utilizzata anche per un futuro SUV Porsche atteso nel 2028.
Audi Q9: con il maxi SUV il marchio dimostra che c’è ancora speranza per il termico

Questa base tecnica è stata progettata per la massima flessibilità e potrà ospitare motorizzazioni benzina, diesel, mild hybrid, plug-in hybrid e persino soluzioni con range extender. Audi quindi ha deciso di non puntare sull’elettrico, bensì proporre un ventaglio di soluzioni capaci di adattarsi a mercati e clientela sempre più diversificati.
Anche Porsche sta lavorando a un SUV a sette posti posizionato sopra il Cayenne, inizialmente previsto come modello esclusivamente elettrico ma che sarà lanciato anche con versioni termiche e ibride plug-in, rimandando l’arrivo della variante a batterie. Si tratta di una risposta al rallentamento delle vendite di auto elettriche.

Audi stessa ha rinunciato all’obiettivo di una gamma interamente elettrica già dal 2032, mentre Porsche ha confermato l’impegno a mantenere motorizzazioni termiche, compresi i V8, almeno fino alla prossima decade. Una scelta che potrebbe rivelarsi vincente qualora l’Unione Europea dovesse rivedere il bando ai motori a combustione previsto per il 2035. Diversi CEO, come Ola Källenius di Mercedes e Oliver Zipse di BMW, hanno infatti criticato quella che considerano una scadenza troppo rigida.
I clienti del segmento della nuova Audi Q9 continuano a preferire soluzioni tradizionali, che offrono prestazioni e praticità difficili da replicare con l’elettrico. I marchi, però, non possono ignorare normative sempre più incerte, che rischiano di modificare rapidamente le strategie industriali. Motivo per cui molti costruttori, negli ultimi tempi, iniziano a faticare.