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Fusione FCA-Renault: i retroscena della trattativa ed i benefici per l’Italia

Intervista a Giuseppe Berta, economista della Bocconi e grande esperto del mondo Fiat

La trattativa tra FCA e Renault è, senza dubbio, il tema centrale della settimana del mondo automotive. Un possibile accordo tra FCA e la casa francese potrebbe dar vita al terzo gruppo industriale del settore auto che potrebbe diventare un vero e proprio colosso da 15 milioni di unità prodotte all’anno se anche Nissan e Mitsubishi, aziende nipponiche alleate di Renault, entreranno in gioco. 

La proposta di FCA è stata recapitata a Renault sul finire della settimana scorsa e, in questi giorni, abbiamo registrato, con frequenza quotidiana, numerosi aggiornamenti sulla questione destinata a far discutere ancora per molto tempo (anche se Renault dovrebbe dare una prima risposta ufficiale già la prossima settimana).

Nel frattempo, Giuseppe Berta, economista dell’università Bocconi e uno dei principali esperti del gruppo FCA dal punto di vista finanziario, ha rilasciato un’interessante intervista a Tiscali News entrando nei dettagli di quello che potrebbe essere uno degli accordi più importanti della storia recente del mondo delle quattro ruote. Berta si è detto sorpreso solo in parte dalla scelta di Renault come possibile partner per un’alleanza industriale di FCA “Una alleanza di Fiat Chrysler era attesa da tempo, tuttavia il nome Renault mi ha sorpreso perché non è mai stata in cima alle preferenze. Evidentemente si prende ciò che si può”

Ecco il parere di Berta sulla proposta d’alleanza avanzata da FCA:

“Non è una cosa che genera entusiasmo. La Renault negli ultimi anni è andata forte per il legame con i giapponesi di Nissan e non è ancora chiaro se anche questi ultimi faranno parte dell’integrazione. Non c’è dubbio però che la mossa dei francesi mette sotto pressione il gruppo nipponico”.

Per l’Italia, una possibile fusione tra FCA e Renault potrebbe non essere una buona notizia.

“Di sicuro lo è per la casse di Exor che porterà a casa un extra dividendo vicino al miliardo e sarà il primo azionista del nuovo gruppo. L’Italia ormai conta poco o nulla nel settore automobilistico. Lo scorso anno abbiamo prodotto 499 mila vetture se togliamo 200 mila veicoli commerciali. Cosa è? Niente. Il solo stabilimento Seat di Barcellona da solo ha fatto più di mezzo milione di vetture”.

Giuseppe Berta 

Il principale beneficio di FCA dall’accordo con Renault sarà sul fronte finanziario:

“Exor voleva alleggerire la sua posizione sull’auto, molto probabilmente avranno la presidenza del nuovo gruppo ma la gestione operativa sarà francese. Dunque pur mantenendo una posizione importante avranno un ruolo più defilato rispetto ad ora”. Benefici potrebbero arrivare anche sul fronte industriale: “Soprattutto sul fronte delle piattaforme elettriche. Potranno prendere quelle Renault che sono buone e che derivano da quelle Nissan. Questo è sicuramente un vantaggio reale per i marchi Fca”.

Per quanto riguarda l’Italia, l’ipotesi di alleanza tra FCA e Renault ha, da subito, suscitato notevole preoccupazione per i livelli occupazionali del settore automotive. Secondo Berta, i sindacati “fanno bene a preoccuparsi” con l’intero settore che potrebbe essere irrimediabilmente danneggiato “A Torino sarà fatta la 500 elettrica, ma non sarà una grandissima operazione. Se l’obiettivo della fusione è generare 5 miliardi di sinergie inevitabilmente ci saranno tagli”.

Il futuro dell’industria automobilista italiana sembra oramai essere irrimediabilmente legato al settore premium ed ad alcune nicchie di mercato. Sul tema, il parere di Berta è chiaro: “Qualcosa in futuro continueremo a fare. Marchi come Alfa Romeo e Maserati possono avere una spinta dalla fusione. Abbiamo poi Ferrari e Lamborghini ma il nostro destino sarà inevitabilmente di nicchia. Già i numeri del presente ci fanno capire questo”.

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