in

Tuner americano sfida Maranello: nasce la Ferrari 488 GTB “Diavolo Aero”

Vorsteiner non ha reinventato la 488 GTB, l’ha semplicemente evocata dal regno delle supercar dimenticate.

Ferrari 488 GTB vorsteiner

Vorsteiner, il tuner americano con un nome più tedesco che altro, ha deciso che la Ferrari 488 GTB non era abbastanza peccaminosa. E così è nata la “Diavolo Aero”, un makeover infernale che trasforma la supercar italiana in qualcosa di così cattivo che persino il cavallino rampante sembra voler saltare giù da questo veicolo infernale.

Ferrari 488 GTB vorsteiner

La 488 GTB, pensionata nel 2020 e sostituita prima dalla F8 e poi dalla 296 con il suo V6 elettrificato, continua a esercitare un fascino da star del cinema degli anni d’oro: non più giovane, ma ancora capace di rubare la scena a chiunque. E Vorsteiner proprio per questo motivo ha deciso di darle un lifting non invasivo ma chirurgicamente perfetto, senza scadere negli eccessi barocchi tipici di certi “personalizzatori” dal gusto discutibile. E se qualcuno ha pensato immediatamente a Mansory, ha pensato bene, perché stiamo parlando proprio del tuner tedesco.

Ferrari 488 GTB vorsteiner

Il frontale della 488 GTB resta fedele all’originale, ma il nuovo splitter inferiore con le sue lame laterali pare pronto a trinciare l’asfalto. Le minigonne laterali più spesse danno l’idea che la macchina si stia gonfiando d’orgoglio, mentre il posteriore guadagna un diffusore a sei alette e lo spoiler gridano “arrivederci” all’aerodinamica per fare molto più spazio alla teatralità.

Ferrari 488 GTB vorsteiner

Le nuove ruote, più grandi e complesse, sfoggiano un grigio metallizzato che si fonde con la carrozzeria, mentre piccoli tocchi di giallo creano un contrasto quasi blasfemo. Un tocco da rischiatutto estetico, ma con stile. Sotto il cofano, nulla cambia, specie perché quando hai un motore V8 biturbo da 670 cavalli e 760 Nm, non serve altro che una buona colonna sonora di turbine e scarichi per sentirsi onnipotenti.

La 488 GTB rimane quindi una bestia capace di passare da 0 a 100 km/h in 3 secondi netti e di raggiungere 330 km/h, giusto per ricordare che l’inferno ha corsie preferenziali. Vorsteiner non ha quindi reinventato la 488, l’ha semplicemente evocata dal regno delle supercar dimenticate e le ha donato una seconda giovinezza.