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Le Ferrari che hanno segnato le tappe dell’elettrificazione rampante, prima dell’Elettrica

Il processo è partito dalle ibride, prima con una concept car, poi con alcuni modelli di serie.

Ferrari Elettrica

Il tema elettrico non appassiona chi ha nel cuore le Ferrari e, più in generale, chi ama le automobili sensoriali, ma questa tecnologia esiste ed i vincoli posti da chi legifera, spesso senza ponderare bene gli effetti delle scelte, frutto magari di slanci ideologici come in Europa, hanno spinto tutti i costruttori a misurarsi con questo tipo di alimentazione.

Pure la Ferrari, tra lo sconforto di molti fans, si appresta a lanciare la sua prima auto Elettrica (che avrà forse proprio questo nome). La presentazione del modello avverrà a rate. Qualche giorno fa sono state diffuse alcune anticipazioni ufficiali sull’unità propulsiva e su alcune metriche prestazionali. Rimandiamo al precedente articolo per gli approfondimenti.

Qui vogliamo mettere a fuoco il percorso compiuto dal “cavallino rampante” sul sentiero dell’elettrificazione, passando in rassegna i tre modelli ibridi che hanno segnato gli step più importanti nel cammino del marchio verso l’auto full electric (100% alla spina). Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla scoperta delle “rosse” protagoniste dei passaggi “clou” in questo ambito.

Ferrari 599 Hy-Kers

Ferrari 599 HY-KERS

A lei è toccato il compito di aprire la famiglia delle “rosse” elettrificate, scrivendo un nuovo capitolo nella storia della casa di Maranello. Si tratta di una vettura da salone, ma in qualche modo ha sdogato un concetto nuovo, entrato successivamente nella dimensione commerciale del marchio. La sua presentazione, avvenuta al Salone di Ginevra del 2010, non produsse felici emozioni nel pubblico, ma il livello di coinvolgimento fu più alto di quello che sta producendo la Ferrari Elettrica, nei cui confronti si registra una certa avversione da parte degli appassionati, in base a quanto si legge sui social.

La Ferrari 599 Hy-Kers nacque partendo dalla 599 GTB Fiorano. I lineamenti, infatti, sono quelli, pur se con qualche elemento di diversificazione, che imbruttisce la tela. Non si tratta di orpelli estetici, ma di dettagli funzionali, orientati agli aspetti pratici più che allo stile. Con questa creatura l’azienda emiliana scrisse un atto inedito nel processo evolutivo del “cavallino rampante”, traghettandolo nell’era dell’elettrificazione. Un processo, imposto da miopi legislatori, che stanno virando verso il 100% alla spina, svilendo così la vera passione a quattro ruote.

La 599 Hy-Kers, per fortuna, è solo una ibrida, che non priva della magia dell’endotermico. Questa è la coniugazione giusta, per appagare le istanze “green” e gli aspetti emotivi. Il peccato meno digeribile è lo spingersi oltre. Ormai anche gli alberi sanno che la gente non ama le auto elettriche, specie quelle sportive (ah…l’ossimoro), ma i parlamentari europei, mossi da fanatismo ideologico, hanno ormai fatto un grande casino, regalando immense praterie alla Cina, senza un apporto concreto verso la salvezza del nostro mondo. Un capolavoro di masochismo.

Tornando alla Ferrari in esame, questa prese a prestito dalle monoposto di Formula 1 il Kers, sistema di recupero dell’energia cinetica in fase di frenata, per guadagnare potenza extra. Lo stesso sistema fu poi adottato su LaFerrari, in forma evoluta. Come riferito in un’altra circostanza, la configurazione ibrida, grazie a Dio, lascia intatti il fantastico sound del motore a scoppio e le sue incredibili doti di allungo. Possiamo parlare ancora di una meccanica vivente, ulteriormente rinvigorita dall’apporto degli elettroni. Qui c’è l’anima delle “rosse” migliori, pur se con qualche variazione filosofica.

Ai 620 cavalli normalmente erogati dal V12 da 6 litri della Ferrari 599 GTB Fiorano si aggiungono i 100 messi sul piatto dalla componente elettrica, per un totale di 720 cavalli. Una cifra davvero stratosferica per un’auto del 2010, con l’indole della Granturismo. Il tutto con emissioni di CO2 inferiori del 35% rispetto all’auto di partenza. La tinta verde della carrozzeria puntava a mettere in risalto la natura “ecologica” del modello. Dopo di lei è stato il turno delle varie LaFerrari, LaFerrari Aperta, SF90 Stradale e Spider, SF90XX Stradale e Spider, 296 GTB e GTS, 296 Speciale e Speciale A, F80.

Ferrari LaFerrari

LaFerrari

Questa è stata la prima ibrida HY-KERS della casa di Maranello. La sua nascita risale al 2013, quando ha fatto il debutto in società, per dare nuova linfa alla stirpe delle limited edition al vertice della gamma, dopo le GTO, F40, F50 ed Enzo. A differenza delle altre, si giova di una componente elettrica, inserita nel pacchetto in chiave prestazionale. Qui il motore termico V12 è abbinato a quello a batteria, per dare forma a un progetto estremamente ambizioso, che non turba gli aspetti emotivi.

Il sound e l’erogazione infinita ci sono tutti e si esprimono al meglio, per dare la massima soddisfazione agli appassionati, che possono inoltre giovarsi di un handling da best in class. Ancora oggi i contenuti tecnologici e prestazionali della Ferrari LaFerrari sono al passo coi tempi, nonostante il mondo corra, specie nella dimensione ingegneristica. La cosa non stupisce tanto, perché siamo al cospetto di una delle più incredibili e grintose supercar mai partorite dalla mente umana. Al momento del debutto lasciò tutti a bocca aperta. Pure oggi si ripete lo stesso effetto, nelle rare occasioni in cui se ne incontra una.

Impossibile non farsi sedurre dalla magia dei suoi tratti e dalle inebrianti melodie meccaniche del suo sistema propulsivo. Molti la preferiscono alla F80, che l’ha idealmente rimpiazzata nella parte alta del listino del “cavallino rampante”. Certo, le performance e i contenuti della nuova nata sono di livello più spaziale, ma LaFerrari è in grado di soddisfare al meglio anche i piloti più esigenti, in una veste più allineata alla tradizione del marchio emiliano.

Come dicevamo, a lei fu assegnato il compito di portare al debutto la propulsione ibrida (non plug-in) nel listino commerciale della casa di Maranello. Nessuna levata di scudi da parte dei ferraristi nei suoi confronti, perché l’elettrificazione non incise minimamente sull’erogazione, il sound e le emozioni sonore. Tutto questo migliorando il quadro prestazionale, in modo significativo, rispetto alla Enzo. I tecnici furono bravi a preservare il DNA del marchio, pur in presenza di una impostazione diversa da quella vista fino a quel momento, sul fronte del powertrain.

Superfluo dire che sul piano dinamico questa “rossa” è una goduria. Sotto le forme eleganti, vigorose e deportanti della sua carrozzeria trova accoglienza un pacchetto tecnologico all’avanguardia. Epicentro del sistema propulsivo è un motore endotermico V12 da 6.3 litri di cilindrata, che sviluppa oltre 800 cavalli a 9.000 giri al minuto. La sua energia si libera con note sonore da antologia. Altri 163 cavalli sono aggiunti alla scuderia dal Kers, ossia dal sistema di recupero e riutilizzo dell’energia cinetica, portando così la potenza massima di sistema a quota 963 cavalli. Per anni nessuna “rossa” stradale ha fatto meglio di lei.

Con questa dotazione, la Ferrari LaFerrari scatta da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi e da 0 a 200 km/h in 6.9 secondi. La velocità massima supera di slancio i 350 km/h. Oggi questa “rossa” è un oggetto di alto collezionismo, che spunta quotazioni stratosferiche nelle aste internazionali, dove è sempre contesa a suon di rilanci dai potenziali acquirenti.

Ferrari SF90 Stradale

Ferrari SF90 Stradale
Ferrari SF90 Stradale: 1000 cavalli di potenza

Questa è stata la prima sportiva ibrida plug-in di “serie” della casa di Maranello. Il suo debutto in società avvenne nel 2019, quindi 6 anni dopo LaFerrari. Anche qui c’è una stretta connessione con la tecnologia delle monoposto di Formula 1. Ecco perché la sigla si richiama ad una di esse. Ora al suo posto c’è la 849 Testarossa, offerta anch’essa nelle declinazioni coupé e spider, ma il debutto su ampia scala produttiva della tecnologia ibrida PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle), nell’ambito del listino del “cavallino rampante”, è stato portato a termine dall’auto di cui ci stiamo occupando in questo paragrafo.

La Ferrari SF90 Stradale non ha 12 cilindri come la 599 Hy-Kers o come LaFerrari, ma grazie alla sovralimentazione si spinge oltre i livelli di potenza delle altre due. Qui i cavalli sono 1.000. Una cifra che ne fece la “rossa” più potente della storia al momento del debutto.

La maggior parte del vigore energetico giunge dal motore termico V8 biturbo da 3.990 centimetri cubi di cilindrata, che mette sul piatto 780 cavalli e la parte sonora del pacchetto propulsivo. Il resto della dotazione energetica arriva dalle tre unità elettriche, due delle quali disposte all’avantreno, per dar vita alla trazione integrale. La distribuzione della coppia avviene in modo preciso, garantendo una presa fuori dal comune anche nelle curve più impegnative.

Sul piano dinamico, questa “rossa” ha la stessa efficienza di un missile, ma come piacere di guida la più recente e “piccola” 296 GTB pare che faccia meglio. Incredibili le prestazioni della Ferrari SF90 Stradale, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2.5 secondi e da 0 a 200 km/h in 6.5 secondi. La punta velocistica si spinge nel territorio dei 340 km/h, in un quadro di grande sicurezza attiva, che asseconda al meglio l’azione, dove le performance estreme sono consentite (penso alla pista).

Eccellente l’assetto della SF90 Stradale, alla cui efficienza concorre in modo importante il perfetto equilibrio aerodinamico, frutto di un attento studio, orientato principalmente alla ricerca della massima deportanza, senza sporcare le linee pure (e a tratti minimaliste) del modello. Ancora una volta gli uomini di Maranello hanno fatto centro, pur in presenza di un’alimentazione ibrida. Anche qui le emozioni di alta gamma sono salve, come impone la tradizione delle supercar, specie di quelle col “cavallino rampante” sul cofano.