La pista di Fiorano è usata dalla Ferrari per eseguire numerosi test sulle proprie auto stradali e da corsa. Questo impianto, fortemente voluto da Enzo Ferrari, sorge a due passi dai siti produttivi del “cavallino rampante”. Le sue alchimie planimetriche ed altimetriche evocano quelle dei grandi circuiti internazionali, con un ricco assortimento di curve, per una messa a punto efficace a 360 gradi.
Il nastro d’asfalto principale si sviluppa su quasi 3 chilometri di lunghezza, con 13 svolte a segnarne la fisionomia. La ricca banca dati del tracciato consente di stilare delle classifiche, basate sui tempi, sia per i bolidi da gara che per le vetture sportive omologate per l’uso stradale. Oggi vi attingiamo, per definire la top five delle Ferrari degli anni ottanta più veloci sulla pista di Fiorano. Se lo gradite, seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta.
1- Ferrari F40
Non vi era alcun dubbio sul fatto che toccasse a lei il ruolo di migliore alleata del cronometro, sul circuito di casa, fra le “rosse” del decennio in esame. Col suo tempo, che troverete più avanti, stacca nettamente le sorelle delle stesso periodo storico, confermando la straordinaria bontà delle sue doti, che l’hanno elevata a mito universale. Nata per celebrare i primi otto lustri della casa di Maranello, la Ferrari F40 è il testamento spirituale di Enzo Ferrari, per quanto riguarda le supercar. Il Commendatore era innamorato di lei.
Prodotta tra il 1987 e il 1992, questa “rossa” è entrata nel cuore di tutti, con incredibile forza. Impossibile resistere al suo carisma, unico e inarrivabile. Le linee della carrozzeria, a firma Pininfarina, sono di sublime presa scenica. Guardandola, sembra di essere al cospetto di un prototipo scappato dalla pista di Le Mans.
La Ferrari F40 ha carattere da vendere. I suoi tratti uniscono l’eleganza alla grande aggressività, in un corpo grafico scultoreo e di sublime splendore. Innamorarsene perdutamente è un fatto naturale. Non esiste nulla di paragonabile, in termini di coinvolgimento visivo, almeno per quanto concerne l’era moderna.
Il progetto ingegneristico si deve al genio di Nicola Materazzi, che ha sviluppato il prodotto in tutti gli aspetti tecnici, decretando quell’armonia, davvero preziosa, che hanno solo le auto partorite sotto un’unica regia. Erede ideale della GTO del 1984, di cui prese il testimone, la Ferrari F40 ha scritto il secondo atto delle serie speciali al top di gamma, chiamate a dare una prova concreta della eccellenza tecnica del marchio nel loro periodo storico. Grazie all’esteso uso di materiali compositi, questa “rossa” segna un peso di soli 1.100 chilogrammi a secco.
Cuore pulsante del modello è un motore V8 biturbo da 2.936 centimetri cubi di cilindrata, in grado di esprimere una potenza massima di 478 cavalli a 7.000 giri al minuto, con un picco di coppia di 577 Nm a 4.000 giri al minuto. Il quadro prestazionale segnava i riferimenti del suo tempo, con uno scatto da 0 a 200 km/h in 12 secondi netti e una velocità massima di oltre 324 km/h. Cifre impressionanti anche col metro dei nostri giorni, ma ciò che i numeri faticano a raccontare sono le emozioni pazzesche regalate dalla Ferrari F40, regina fra le regine, non solo del “cavallino rampante”. Se oggi, come allora, questa supercar è un mito universale, un motivo c’è. Il suo tempo sul giro sulla pista di Fiorano è di 1’29″60.
2- Ferrari GTO
Questa è un’altra delle “rosse” più desiderate di sempre. La Ferrari GTO del 1984 è stata la prima supercar estrema del marchio emiliano. Dopo il suo arrivo è stato il turno delle F40, F50, Enzo, LaFerrari ed F80, che possono essere considerate sue discendenti spirituali. Con lei si è aperto il filone più nobile della produzione moderna del marchio, in termini di know-how e posizionamento evolutivo della specie.
Inizialmente doveva prendere forma in 200 esemplari, per ottenere l’omologazione in Gruppo B, ma la fortissima richiesta e il desiderio di non tenere fuori importanti clienti del “cavallino rampante” spinse i vertici aziendali ad alzare la soglia, portandola a 272 unità. Nonostante alcune similitudini visive con la 308 GTB, è molto più muscolare e con proporzioni diverse. Nessuno potrà mai confondere i due modelli.
L’esuberante vigore espressivo della Ferrari GTO comunica, già ad auto ferma, l’intensità del suo carattere dinamico. Ogni muscolo della carrozzeria è perfettamente calibrato e conferisce alla veste stilistica note di incredibile splendore. Sicuramente è una delle auto più scultoree di sempre.
La scelta della sigla del modello, acronimo di Gran Turismo Omologata, ha legato idealmente questa “rossa” alla leggendaria 250 degli anni sessanta. Una scelta coraggiosa, che imponeva l’eccellenza, raggiunta perfettamente dai tecnici di Maranello.
Sotto la carrozzeria in kevlar della Ferrari GTO del 1984 pulsa un motore V8 biturbo da 2.855 centimetri cubi di cilindrata, in grado di produrre una potenza massima di 400 cavalli, con un picco di coppia di 496 Nm, su un peso di 1.160 chilogrammi. Le metriche prestazionali erano al top di quegli anni, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 4.9 secondi e una punta velocistica di 305 km/h.
Rispetto alle altre “rosse” in listino il salto in avanti era quantico, sul piano ingegneristico e dinamico. Oggi questa vettura gode di una lunghissima schiera di ammiratori. Il suo appeal è unico. Ogni collezionista vorrebbe in garage un esemplare della specie. Qualcuno, nel suo cuore, la colloca allo stesso livello della F40. Il suo tempo sul giro sulla pista di Fiorano è di 1’36″00.
3- Ferrari 348 TB
Qui si scende di nobiltà, rispetto ai due modelli precedenti, ma si è sempre al cospetto di un’auto da sogno. Il suo look è seducente, come il sound del suo motore. Anche se non è mai stata un fiore all’occhiello della gamma, nei suoi confronti ci sono stati giudizi più severi di quelli che avrebbe meritato. La Ferrari 348, infatti, è migliore di quanto si pensi. A me piace tanto, anche se non è propriamente un missile. Nel suo segmento, però, ai suoi tempi era al vertice.
La guidabilità del modello è complessa oltre certi limiti, ma nelle situazioni più ordinarie questa “rossa” regala un fantastico go-kart feeling, che appaga chi sta al volante. Anche se il pacchetto poteva essere gestito meglio, con pochi interventi capaci di rendere più sana la sua azione a tutti i livelli, non ci si può certo lamentare della Ferrari 348, almeno sul fronte emotivo.
L’estetica è molto riuscita. I suoi tratti espressivi evocano alcuni stilemi della Testarossa, in un corpo più compatto. Ancora oggi continua a sedurre, con la sua elegante aggressività, di taglio hi-tech. Porta benissimo gli anni alle spalle. Pur risalendo al 1989, è ancora perfettamente attuale sul piano visivo. Nessuna ruga del tempo si coglie nel suo corpo grafico.
Bella ed armonica, questa sportiva del “cavallino rampante” rende più accessibile di altre l’ingresso nell’universo dorato del marchio di Maranello. A suo favore giocano il prezzo di acquisto e la buona affidabilità. Il sound, poi, sa toccare le giuste corde emotive. Giunge da un motore V8 aspirato da 3.4 litri, con 300 cavalli all’attivo (295 in quella catalizzata).
Notevoli le prestazioni, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 5.6 secondi e una velocità massima di 275 km/h. Alla 348 spetta un ruolo nella storia, essendo stata la prima prima “rossa” prodotta in serie con un telaio semi-monoscocca ad alta resistenza torsionale, scelto al posto del solito traliccio tubolare in acciaio. Declinata anche in chiave scoperta (con tettuccio rigido asportabile o 100% spider), copre il circuito di Fiorano in 1’39″30. Le versioni GTB abbassarono in modo significativo questo crono.
4- Ferrari Testarossa
Eccoci al cospetto di un’altra icona del “cavallino rampante”. La Ferrari Testarossa è una delle auto del marchio emiliano che più sono entrate nell’immaginario collettivo. Forse è il modello mediamente più conosciuto del brand, tra il grande pubblico. Tutti legano il suo nome alle opere di Maranello, come prima connessione mentale. Quasi come se fosse un sinonimo di Ferrari.
La Testarossa è una regina di bellezza: ecco perché è entrata nel cuore di una quantità incredibile di persone. Impossibile non innamorarsi dei suoi tratti. Pininfarina, nel dare forma al corpo del modello, è stato felicemente ispirato. Ancora oggi non esiste auto che possa competere con questa nella vista posteriore e di 3/4 posteriore, dove lo splendore tocca il suo diapason.
Il frontale è meno carismatico, ma si intona bene al resto della composizione visiva, aprendo, con note di grande pulizia formale, all’esuberante splendore del profilo laterale e dello specchio di coda. Anche questa, come la F40 e la GTO, è un’auto simbolo dei travolgenti anni ottanta. La sua personalità è dirompente. A lei va il merito di aver interpretato in chiave futuristica il tema della granturismo classica.
Di incredibile forza seduttiva è anche il motore a 12 cilindri da 5.0 litri di cilindrata, con angolo di 180 gradi fra le bancate. Questo cuore, sonoro come piaceva ad Herbert von Karajan, è una vera delizia per i sensi. I suoi 390 cavalli conferiscono una spinta energica, regalando un passaggio da 0 a 100 km/h in meno di 5.8 secondi e una punta velocistica di oltre 290 km/h. Nel suo periodo storico erano dati da best in class.
A dispetto del look da prototipo, nella Ferrari Testarossa prevale l’anima della gran turismo. Buono il comfort a bordo, anche se in manovra la durezza dello sterzo è un handicap. Come riferito in un’altra circostanza, ogni viaggio con questa berlinetta regala emozioni da antologia, pure ad andatura bassa, ripagando di alcuni sacrifici che si è costretti a fare per avere una compagna d’avventura così bella ed avvenente. Il suo tempo sulla pista di Fiorano è di 1’40″60.
5- Ferrari 328 GTB
Evoluzione della 308 GTB, ne modernizza i contenuti su tutti i fronti. Il suo stile è prezioso. Pininfarina è riuscito ad evolvere con grazia i tratti della progenitrice, conferendo alla silhouette un’impronta più intonata ai tempi. Solo nella parte frontale si è fatto qualche passo indietro, perché il nuovo stile lo ha appesantito.
Questo non significa che la parte anteriore sia brutta: tutt’altro. L’ingombrante paragone con l’antesignana mostra però una perdita di fascino in quest’area espressiva. Oggi la Ferrari 328 GTB è una tentazione irresistibile per gli amanti delle classiche, anche se la versione GTS attira di più, per la possibilità di vivere a cielo aperto le emozioni del modello.
Il look è il più classico che si possa desiderare per un’auto di Maranello. Profuma del marchio in ogni suo codice dialettico. Anche senza loghi, nessuno sbaglierebbe la sua provenienza. Stiamo parlando di un’auto di immenso carisma, destinata all’eternità.
Elegante e muscolare, la Ferrari 328 GTB piace a tutti. Possiamo dire che ha uno stile senza tempo. Le linee flessuose e sportive della carrozzeria hanno un carisma unico, che profuma della migliore tradizione del “cavallino rampante”. Il colpo d’occhio è sempre appagato.
La spinta fa capo a un motore V8 aspirato da 3.2 litri di cilindrata, posto alle spalle dell’abitacolo. Anche la trazione, ovviamente, è posteriore. La potenza massima tocca quota 270 cavalli. Anche se il sound non è coinvolgente come quello dei modelli che la precedono in questa lista, la 328 GTB non delude certo sul piano sonoro.
Le prestazioni, ancora oggi, sono buone in rapporto ai dati energetici, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6.3 secondi e una velocità massima nell’ordine dei 270 km/h. Il suo tempo sul giro, a Fiorano, è di 1’44″00.
Fonte | Ferrari