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Ferrari 599 Hy-Kers: 15 anni per la prima ibrida del “cavallino rampante”

Anche se imbruttisce la Fiorano, nello stile e nell’essenza, questa sua derivata ha segnato un cambio di passo.

Ferrari 599 Hy-Kers
Foto da profilo Facebook Musei Ferrari

Sono passati 15 anni da quando, al Salone dell’Auto di Ginevra del 2010, fece il suo debutto in società la Ferrari 599 Hy-Kers. Questa vettura non occupa certo un posto centrale nel cuore degli appassionati, ma è indubbio il suo apporto nel processo evolutivo del “cavallino rampante“, che ha traghettato nell’era della elettrificazione. Per fortuna non si tratta di un’auto full electric, ma di una ibrida, la prima del genere col marchio emiliano, fra quelle a ruote coperte. Come tale preserva la natura analogica ed endotermica delle opere di Maranello.

Audace e tecnologica, si è giovata di una tecnologia da Formula 1. In linea con quanto evidenziato dal suffisso finale del suo nome, la Ferrari 599 Hy-Kers prese a prestito dalle monoposto del Circus il sistema di recupero dell’energia cinetica in fase di frenata, per guadagnare potenza extra. Lo stesso sistema fu poi adottato su LaFerrari, in forma evoluta.

Grazie a Dio, la configurazione ibrida lascia intatti il fantastico sound del motore a scoppio e le sue incredibili doti di allungo. Possiamo parlare di una meccanica vivente, da cui non si può prescindere su una vera auto sportiva, ovvero su un oggetto a quattro ruote pensato soprattutto per le performance e il coinvolgimento emotivo, da offrire al più alto livello. Sulle auto 100% elettriche, simili a batterie viaggianti, questa componente sensoriale sfuma, fino ad annullarsi del tutto, pregiudicando l’essenza stessa dei modelli che sposano la tecnologia alla spina.

Oggi il mercato dell’auto si spinge con fretta verso l’elettrificazione, investendo anche la casa di Maranello. Nel suo listino ci sono tante proposte ibride che, per fortuna, conservano lo spirito, le emozioni e le musicalità meccaniche dei gioielli classici a quattro ruote del “cavallino rampante”. Qui c’è l’anima delle “rosse” migliori, pur se con qualche variazione filosofica. Certo, la purezza caratteriale non è la stessa di quella dei mezzi completamente endotermici, ma il divario è minimo e trova compensazione nel superiore profilo prestazionale, nonostante l’aggravio di peso.

Come riferito in un’altra circostanza, i powertrain ibridi trovano accoglienza sotto la carrozzeria di supercar da sogno come LaFerrari, LaFerrari Aperta, SF90 Stradale e Spider, SF90XX Stradale e Spider, 296 GTB e GTS, 296 Speciale e Speciale A, F80. Sono auto semplicemente pazzesche, capaci di entusiasmare in modo incredibile, senza complessi di inferiorità, sul piano sensoriale, rispetto alle antesignane 100% a scoppio. Qui l’anima delle vetture di Maranello è preservata in pieno, solo con un pizzico di poesia in meno.

Ferrari 599 Hy-Kers
Foto da profilo Facebook Musei Ferrari

Le ibride prodotte del marchio emiliano non mortificano minimamente il sound, l’erogazione e il piacere di guida: elementi imprescindibili su ogni “rossa”. La Ferrari 599 Hy-Kers non è una vettura di serie: per lei i vertici aziendali non pensarono neppure a un serie limitata. Il suo arrivo in società nacque dal desiderio di confrontarsi col tema dell’elettrificazione, su un prototipo dove testare le soluzioni da corsa applicate a un’auto stradale. Possiamo parlare di un esperimento, più che di altro, ma i riflessi sulla produzione successiva ci sono stati tutti, nonostante questa creatura sia presto finita nel dimenticatoio.

La tinta verde della carrozzeria puntava a mettere in risalto la natura “green” del modello. Sulla Ferrari 599 Hy-Kers la spinta è affidata a un V12 combinato con un propulsore elettrico ausiliario. La parte preponderante della dotazione energetica giunge dal motore endotermico a 12 cilindri da 6 litri di cilindrata, che offre 620 cavalli al servizio del piacere. A questo monumento ingegneristico spetta anche il compito di sviluppare le ammalianti alchimie sonore della berlinetta in esame. Altri 100 cavalli vengono messi sul piatto dal Kers, un cuore elettrico trifase ad alto voltaggio.

L’aggiunta garantisce una migliore spinta, nonostante l’aggravio di peso, comunque inferiore, sul piano metrico, rispetto all’incremento della scuderia di purosangue. Ciò si traduce in un rapporto peso/potenza più favorevole, con riflessi positivi sulle performance rettilinee, anche se l’agilità e la maneggevolezza perdono un po’ della loro magia. I 720 cavalli evidenziati nella scheda tecnica del modello erano davvero tanti per un’auto del 2010. Il loro vigore veniva trasmesso al suolo, sulle ruote posteriori, tramite un cambio doppia frizione a 7 marce.

Rispetto alla 599 GTB Fiorano, da cui discende, la Ferrari 599 Hy-Kers emette un 35% in meno di CO2. Un taglio corposo, che non va ad inficiare lo spirito del modello, reso solo più “ecologico” nell’accezione comune del termine, che considera inquinante un fattore in realtà solo climalterante come l’anidride carbonica (o biossido di carbonio). Su quest’auto laboratorio, gli ingegneri del “cavallino rampante” trasferirono il know-how acquisito in gara nella propulsione ibrida. Il risultato fu molto soddisfacente.

Sviluppata per sperimentare un percorso nuovo in termini di alimentazione, l’auto protagonista del nostro post ebbe un ruolo anche culturale, che non fa impazzire gli appassionati: quello di traghettare il tema dell’elettrificazione nella line-up commerciale di Ferrari. Oggi questo prototipo di studio e ricerca, senza sbocco nel listino, compie il suo quindicesimo compleanno. Nessuno vive tale ricorrenza anagrafica con note di grande entusiasmo.