Non è infrequente imbattersi sul web in scoperte straordinarie, tra vetture d’epoca, o addirittura intere collezioni private, abbandonate in depositi isolati, fienili polverosi o strutture dismesse, per riemergere dopo decenni di oblio. I cosiddetti “barn find” (letteralmente “ritrovamenti in fienile”) diventano facilmente leggendari, non per l’esagerazione delle narrazioni ma proprio per le vicende avvincenti legate al recupero di queste automobili dimenticate. Ma una storia conosciuta alcuni anni fa presenta a distanza di molto tempo alcune novità sconcertanti. Stiamo parlando di una delle prestigiose 1.337 Ferrari F40 mai prodotte, un veicolo appartenuto, almeno secondo le informazioni al momento del ritrovamento, nientemeno che a Uday Hussein, il figlio del celebre ex presidente iracheno Saddam Hussein.
L’iconica supercar, come è noto, è stata “riportata alla luce” solo pochi anni fa, nel 2020. Rintracciare questa Ferrari F40 d’élite, com’è intuibile vista anche la presunta proprietà del veicolo, non si è rivelata un’impresa agevole. La ricerca spasmodica di questo bolide prese il via nel 2015, quando Mazan Amin, un appassionato collezionista di auto rare, ebbe l’opportunità di incontrare la famiglia Hussein nella città di Erbil, nel Kurdistan iracheno.
Caccia alla Ferrari F40 “perduta”
Avendo notato in rete una fotografia di questa mitica sportiva italiana, apparentemente scampata all’incendio organizzato dallo stesso Hussein nel suo deposito di Baghdad, Amin venne a conoscenza, grazie al padre, della esatta ubicazione della Ferrari F40. L’auto era arrivata a Erbil dopo essere spedita in Turchia per interventi di manutenzione specialistica per volere di Hussein (nel frattempo deceduto a Mosul dopo l’intervento delle forze militari americane in una controversa guerra che tutti ricorderemo).
Con grande delusione, Amin con il padre scoprirono che il prezioso esemplare risultava nuovamente spostato. La “caccia” alla Ferrari F40 continuò. Dopo indagini meticolose e numerosi tentativi, si riuscì a individuare il luogo esatto del ritrovamento, raggiungendo finalmente la supercar abbandonata all’interno di un magazzino a Erbil, sorvegliato da uomini armati. Il veicolo esclusivo giaceva dimenticato tra altre automobili, coperto da uno spesso strato di polvere e con un set di pneumatici appoggiati alla carrozzeria. Il contachilometri segnava un irrisorio 3.700 km, e la cifra richiesta per l’acquisto era di 300.000 dollari, neanche a dirlo, in contanti. Purtroppo, Mazan Amin non fu in grado di entrarne in possesso a causa di complesse problematiche legate all’esportazione.
Lo YouTuber Ratarossa ha poi svelato che, grazie alla dedizione di uno specialista belga della Ferrari, la vettura ha subito un restauro significativo, concentrandosi in particolare sul vano motore e sull’elettronica complessa. Dopo gli interventi di restauro, questa sportiva V8 biturbo da quasi 480 cavalli sarebbe divenuta finalmente pronta per essere ceduta a un nuovo proprietario. Nel 2020, si trovava ancora a Erbil, e la cifra richiesta si aggira leggermente al di sopra del milione di euro. Pare sia andata venduta a un collezionista privato in Arabia Saudita per una cifra simile a quella richiesta.
Cosa è emerso?
Secondo alcune informazioni arrivate su Reddit da diretti interessati a conoscenza dei fatti, la Ferrari F40, però, sarebbe un autentico gioiello rubato dagli Hussein. Il figlio del dittatore, Uday, quale comandante delle forze armate, avrebbe infatti sottratto illegalmente l’auto a uno sceicco durante l’invasione del Kuwait. Durante l’accordo di “riconciliazione” tra Iraq e Kuwait su tutti i danni e le vere e proprie rapine ai danni degli occupati, tutti hanno ricevuto i loro risarcimenti ma tutti i beni rubati dagli Hussein divennero proprietà dell’Iraq. Anzi della (allora) famiglia più potente della nazione.