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Dino 246 GTS: esemplare conservato, in tinta bianca, all’asta a Monterey

Certe auto lasciano senza fiato, sin dal primo sguardo. La Dino 246 GTS illustra bene il concetto.

Dino 246 GTS
Foto da profilo Facebook Mecum Auctions

La Dino 246 GTS è una delle auto più sensuali di tutti i tempi. I suoi tratti scultorei entrano nel cuore dalla porta principale. Con lei, Pininfarina ha dato forma ad una delle opere a quattro ruote più belle di sempre. Averne un esemplare in garage è il sogno di ogni essere umano, ma solo pochi fortunati possono coronarlo.

Una nuova opportunità di acquisto, per chi può permettersi un simile shopping, giunge dall’asta di Mecum Auctions, in programma a Monterey nella giornata odierna. Qui, nel catalogo di vendita, c’è l’esemplare con telaio numero 05984. Stiamo parlando della vettura vincitrice del Cannonball Baker Sea-To-Shining-Sea Memorial Trophy Dash del 1975, con Jack May al posto guida, navigato da Rick Cline.

I due misero a segno un tempo record nella traversata costa a costa degli Stati Uniti d’America, giovandosi delle doti della piccola sportiva di Maranello, che profuma di Ferrari, pur non avendo il “cavallino rampante” sul cofano. Per raggiungere Los Angeles, partendo da New York, impiegarono appena 35 ore e 53 minuti, a una velocità media di 83 miglia orarie. Nessuno, prima di allora, si era spinto a tanto.

Per questa Dino 246 GTS del 1973 si ipotizzano rilanci fino a 1.2 milioni di dollari. Siamo ben sopra la media del modello, ma la specifica storia della vettura rimessa al gioco dei rilanci potrebbe fare la differenza. Bassa la percorrenza accumulata nel tempo: appena 50.878 miglia. Questo dovrebbe aggiungere note di appetibilità, nella prospettiva collezionistica. Insolita la carrozzeria in tinta bianca, che non ricorre spesso, specie in abbinamento con gli interni rossi. Una miscela particolare, entrata nella moda in tempi successivi, per altri modelli sportivi firmati da noti marchi automobilistici.

Dino 246 GTS
Foto da profilo Facebook Mecum Auctions

La Dino 246 GTS in vendita versa in condizioni originali, senza restauro. Gli esperti parlerebbero di un conservato. Al Concorso d’Eleganza di Amelia Island del 2016, Jack May si è aggiudicato con lei il Trofeo Maurice G. Bauer per la vittoria al Cannonball del 1975. Prodotta da Scaglietti su disegno di Pininfarina, l’auto in esame appartiene a una famiglia di circa 1.274 esemplari, oggi capaci di accarezzare i sogni di tutti gli appassionati.

Questa sportiva è un’icona a quattro ruote. Anche se non sfoggia il “cavallino rampante”, ha il DNA Ferrari. La scelta di usare un nome diverso fu dettata dal desiderio di mitigare i rischi connessi al basso frazionamento, alla disposizione dei “buoi dietro il carro” e al posizionamento di mercato più basso rispetto alle “rosse”. Scelte forti, che i vertici aziendali decisero di non portare al giudizio del mercato col più mitico marchio automobilistico mondiale. Fu così che si scelse il nome Dino, in omaggio al figlio di Enzo Ferrari, prematuramente scomparso per una brutta malattia.

Anche se sono passati molti decenni dal suo debutto, questa vettura continua a far sognare. Il codice numerico della sigla illustra due caratteristiche del modello: la cilindrata di 2.4 litri e il frazionamento a 6 cilindri del suo motore. Quest’ultimo, come dicevamo, trova accoglienza alle spalle dell’abitacolo, in posizione posteriore, per efficientare il comportamento dinamico, specie nella prospettiva prestazionale.

L’unità propulsiva della Dino 246 GTS, alimentata da tre carburatori doppio corpo, eroga una potenza massima di 195 cavalli a 7.600 giri a minuto, esercitata su un peso a secco di soli 1.100 chilogrammi. La dotazione energetica può non sembrare esuberante in senso assoluto, ma va commisurata alla cubatura e a quanto riusciva a proporre la concorrenza del tempo. Con questa chiave di lettura si evidenzia la sua eccellenza, resa ancora più tonica dal basso peso del corpo vettura. Così il quadro prestazionale è degno di quello espresso da vetture di maggiore cubatura.

Dino 246 GTS
Foto da profilo Facebook Mecum Auctions

L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 7.2 secondi, mentre la punta velocistica scavalca la soglia dei 235 km/h. I numeri, quindi, sono di ottimo tenore per i canoni del tempo, ma non bastano ad illustrare nel pieno fulgore lo spessore dinamico della Dino 246 GTS, capace su strada di regalare dinamiche da prima della classe, anche grazie al baricentro basso, alla buona distribuzione delle masse e alla robustezza del telaio in traliccio di tubi di acciaio, perfettamente calibrato nei suoi elementi.

Sublimi, come dicevamo, i tratti stilistici della carrozzeria. Parlare di un capolavoro di design è perfettamente appropriato. Pochissime auto riescono ad esprimere il suo stesso livello di fascino. Morbida e sensuale, ma con alcune linee decise, questa Gran Turismo Spider si concede alla vista con note fortemente attrattive. Nulla è fuori posto. Il tema creativo è stato svolto da Pininfarina con ispirazione divina. Lo si coglie nelle perfette proporzioni e nelle alchimie espressive meravigliosamente armoniche.

Non ci vuole molto a capire come l’amore per la Dino 246 GTS sbocciò sin dal suo debutto in pubblico, avvenuto al Salone dell’Auto di Ginevra del 1972. Come riferito in un’altra circostanza, questa vettura declinava in versione spider la precedente 246 GT, rispetto alla quale risultava ancora più gradevole sul piano estetico. Impagabile la possibilità di viverne le emozioni dinamiche en plein air, con un alito d’aria sui capelli. Il tutto giovandosi di un rapporto più intimo col mondo circostante e delle fantastiche sonorità meccaniche elargite ai sensi dal motore a 6 cilindri, le cui metriche musicali evocano quelle delle sorelle maggiori, pur se in tono inferiore.

Anche se non usa il simbolo di Francesco Baracca, questa creatura automobilistica è degna della migliore tradizione della casa di Maranello. Con la Dino 246 GTS ci si tuffa nella dimensione più bella del mito emiliano, in una tela condita dal fascino della “Dolce Vita“. Questa scoperta con tetto rigido asportabile incarna al meglio il buon gusto e la genialità italiana. Ecco le sue dimensioni: 4.235 mm di lunghezza, 1.700 mm di larghezza, 1.135 mm di altezza, 2.340 mm di passo.

Fonte | Mecum Auctions

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