Il tempo corre in fretta, allo stesso ritmo delle sue auto da corsa. Sembra ieri, ma sono passati già 37 anni dalla morte di Enzo Ferrari, fondatore della casa di Maranello. Nonostante i quasi 4 decenni dalla dipartita, il suo mito è più vivo che mai. Ovvio che fosse così, per il carisma del personaggio e lo spessore delle sue opere.
Confermiamo quanto riferito in un’altra circostanza: nessuno ha saputo dare, come lui, pennellate d’arte al quadro automobilistico. Le imprese sportive e i gioielli a quattro ruote del “cavallino rampante” sono leggenda allo stato puro. In ogni angolo del mondo godono di un amore puro e incondizionato. Noblesse oblige, direbbe qualcuno. Lo diciamo anche noi.
Con la sua azienda, Enzo Ferrari si è imposto nelle più importanti sfide dell’Endurance e della Formula 1, regalando un palmares invidiabile alla sua azienda. I successi della scuderia di Maranello nell’universo agonistico non si contano. Un apporto di primaria importanza nell’affermazione sociale e culturale del marchio è stato dato dalle auto a ruote coperte. Fantastiche gran turismo e belve da gara entrate nel cuore della gente, con straordinaria intensità. Autentici capolavori, che si sono fissati in modo indelebile nell’immaginario collettivo.
Bastano alcuni nomi per rendersi conto di quanto il nostro non sia un discorso vacuo e di circostanza: 166 MM, 250 GT Berlinetta SWB, 250 Le Mans, 250 GTO, 250 California SWB, 250 Testa Rossa, 330 P4, 275 GTB, 365 GTB4/ Daytona, GTO, F40, Testarossa. La lista, ovviamente, sarebbe molto più lunga, ma già così c’è materiale a sufficienza per capire di cosa stiamo parlando. Nessun altro costruttore è in grado di esporre una simile line-up di opere d’arte.
Doveroso ringraziare Enzo Ferrari per aver regalato un immenso catalogo di sogni all’umanità, fatto di gioielli per tanti gusti: da quelli della “Dolce Vita” a quelli da pista, che hanno scritto una storia fatta di successi, su tutti i fronti. Non è un caso se lui è diventato la figura di riferimento dell’automobilismo mondiale, con la forza della sua genialità, fatta di intuizioni, passione e di una grinta fuori dal comune, che l’ha portato a superare ostacoli in grado di fermare tutti gli altri.
Enzo Ferrari è uno degli uomini più importanti nati in Italia. In ambito automobilistico, nessuno può essere paragonato a lui, su scala planetaria. Nato il 18 febbraio 1898, ma registrato all’anagrafe due giorni dopo, per le impervie condizioni meteo, il Commendatore ha trasformato, senza volerlo, la sua vita in una leggenda universale.
Il padre Alfredo e la madre Adalgisa Bisbini non potevano nemmeno immaginare un percorso così luminoso, al quale forse non credeva nemmeno il diretto interessato, ma la storia parla in modo chiaro e inequivocabile. Inizialmente Enzo Ferrari voleva fare il pilota, ma dopo qualche tempo di esercizio dell’attività sportiva, con qualche buon risultato, decise di appendere tuta e casco al chiodo, per passare dall’altro lato della “barricata”, prima come collaboratore e manager sportivo di Alfa Romeo, poi come costruttore indipendente.
Molti i trionfi messi a segno coi colori del “biscione”, la cui storia si intreccia strettamente con quella del “cavallino rampante”. Poi il divorzio, per dissidi interni. Nel 1940 diede vita all’Auto Avio Costruzioni, svelando la 815. L’auto non portava il suo cognome, per vincoli contrattuali legati al divorzio dalla già citata Alfa Romeo.
Nel 1947 fondò il marchio Ferrari, portato al debutto con la 125 S, spinta da un motore da 1.5 litri, a 12 cilindri: l’architettura simbolo della casa di Maranello, oltre che la più amata dal Commendatore e dagli appassionati. Fu l’inizio di una storia incredibile. Grazie, Commendatore, per l’incommensurabile e prezioso lascito fatto all’umanità!