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Fiat 500 Giardiniera: 65 anni di vita per la piccola station wagon

Alcune vetture si offrono con un carattere visivo forte e con tante soluzioni pratiche. È il caso della 500 Giardiniera.

Fiat 500 Giardiniera
Foto Fiat Stellantis Heritage

Non è bella come la classica Nuova 500, da cui deriva, ma ha un aspetto comunque simpatico. La Fiat 500 Giardiniera veste con un abito da lavoro la mitica superutilitaria torinese. Il suo debutto in società prese forma nel 1960. Sono già passati 65 anni da quel momento: una vita.

La nascita del modello fu il frutto della necessità di rimpiazzare la vecchia “Topolino Giardiniera Belvedere”, una sorta di station wagon ante litteram, in formato ridotto. Natura, quest’ultima, sposata in pieno dalla discendente, per quanto filosoficamente ed esteticamente diversa dall’altra.

La Fiat 500 Giardiniera ebbe anche una versione Commerciale, priva delle superfici vetrate posteriori. Qui, però, non ci occupiamo di quel furgoncino, oggi usato spesso come mezzo di assistenza nei raduni di auto storiche, specie sulle strade della Targa Florio: un modo, forse un po’ snob, per celebrare il rapporto con una nobile storia. Le nostre attenzioni, invece, vanno tutte alla sorella familiare, destinata ad un uso, diciamo, civile.

Nella progettazione del modello i vertici della casa torinese si giovarono del fondamentale apporto di Dante Giacosa. Il geniale tecnico, per aumentare la capacità di carico dell’auto, decise di dotarla di un motore a sogliola che, per la sua inclinazione orizzontale e piatta, consentì di accoglierlo sotto il pianale di carico. Così non veniva sottratto volume utile, dove questo era necessario.

Cuore pulsante della Fiat 500 Giardiniera era un bicilindrico da circa 500 centimetri cubi di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 17.5 cavalli. Si tratta di una cifra congrua alla missione e alla natura del modello, anche se oggi i 95 km/h di velocità massima sembrano ridicoli, col metro dell’attualità.

Fiat 500 Giardiniera
Foto Fiat Stellantis Heritage

Anche l’accelerazione e la ripresa sono lontane anni luce da quelle dei bolidi pensati per la 24 Ore di Le Mans. Del resto, la vettura in esame non è nata certo per le corse. Il look ispira simpatia, fin dal primo colpo d’occhio. Non è certo bella come la sorella standard da cui deriva, ma si fa ben volere, per l’aspetto da cartone animato.

Il frontale e la parte laterale sono identiche, fino al montante centrale. Da qui in poi, i codici stilistici fluiscono verso inediti sentieri espressivi, che evocano in scala le alchimie estetiche delle station wagon. Un po’ come sulla progenitrice, che era ancor più in “fumetto design”. La parte posteriore lunga e a “contenitore di scarpe” si chiude con un grande portellone, incernierato da un lato e apribile come l’anta di una finestra. Così si agevolano le operazioni di carico.

La capienza è resa maggiore dall’aumento del passo, doveroso su un mezzo di questa natura. Qui la misura dell’interasse è stata incrementata di 10 centimetri. Non troppi in termini assoluti, ma rispetto alle dimensioni del modello sono davvero tanti. Buona la funzionalità che ne deriva. Abbattendo lo schienale del sedile posteriore, si accede a un volume ampio oltre le attese.

La Fiat 500 Giardiniera è un’auto piccola ma molto pratica e versatile. Può assecondare bene nelle varie missioni operative, in modo economico e con una buona dose di affidabilità. Contenuto era il prezzo di listino. Bassi erano i costi di gestione e manutenzione, in ossequio alla sua natura popolare.

Fiat 500 Giardiniera
Foto Fiat Stellantis Heritage

Di particolare effetto le portiere anteriori con apertura controvento, riprese dalle sorelle standard di quel periodo storico. Molto luminoso l’abitacolo, grazie anche ai grandi finestrini posteriori, di taglio rettangolare, che snelliscono il profilo, reso più filante di quello della versione Commerciale, la cui natura di furgone da lavoro imponeva altre priorità.

L’auto in esame è più lunga di 21.5 centimetri e più alta di 2 centimetri rispetto alla normale Nuova 500. Per le maggiori dimensioni e per i volumi di carico più alti, la Fiat 500 Giardiniera muove un peso più corposo delle sorelle standard. I tecnici della casa torinese, consapevoli degli effetti di questo maggior carico sulle dinamiche del mezzo, decisero saggiamente di potenziare l’impianto frenante e di irrobustire le sospensioni, per renderli più congrui al nuovo quadro operativo, più orientato a missioni onerose sul fronte del carico.

Nel tempo al modello sono state apportate delle modifiche, quasi simmetriche a quelle della superutilitaria da cui discende. Sono interventi di dettaglio, ma nel loro piccolo aumentano la qualità e/o la funzionalità del modello. Oggi come allora la Fiat 500 Giardiniera richiama in modo benevolo gli sguardi. Non è un’auto che fa sognare e non è sensuale come la sorella “ordinaria”, diventata un’icona del Made in Italy, ma sa distinguersi dalla massa. Nel tempo ha guadagnato un tocco un po’ snob. A Monte Carlo c’è addirittura chi la usa per metterla in sosta davanti al Casinò, accanto a Ferrari, Lamborghini, Bentley, Rolls-Royce e compagnia bella, senza generare sarcasmo.