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Una Ferrari 212 Inter Ghia del 1951 fa tappa nel garage di Jay Leno | Video

Continuano i pellegrinaggi nel box di Jay Leno. Questa volta è toccato a una Ferrari.

Ferrari 212 Inter Ghia
Screen shot da video Jay Leno's Garage

Una Ferrari 212 Inter Ghia del 1951 ha fatto tappa nel mitico garage di Jay Leno, per sottoporsi all’esame del noto personaggio televisivo statunitense, che possiede una collezione unica di auto da sogno. Un video ha immortalato l’analisi statica e quella dinamica del prezioso modello della casa di Maranello, da sempre nelle mani della stessa famiglia.

Elogio della classe e dell’artigianato italiano, la Ferrari 212 Inter prese forma nello stesso anno in cui è sbocciato l’esemplare protagonista del filmato. Si può parlare di un’opera d’arte a quattro ruote che incarna le note dell’eleganza, della semplicità, della robustezza e delle performance. Questa vettura, nata all’ombra dei bolidi da corsa, è una testimonianza della sinergia tra l’ingegno dei progettisti e il desiderio di un’esperienza di guida straordinaria.

Con la sua doppia anima, la Ferrari 212 Inter ha svolto un ruolo cruciale di cucitura tra le prime creazioni del “cavallino rampante” e l’epoca fiorente delle 250. L’arte automobilistica della casa di Maranello, talvolta, si è spinta oltre il concetto dei brividi sensoriali e della velocità. In questo caso, i progettisti hanno cercato di fornire spazio e comfort agli occupanti, riuscendo nello scopo. Il passo più lungo rispetto alla contemporanea 212 Export fornisce le comodità richieste da una vera granturismo, macchina che si presta anche alla vita di lusso e alle trasferte rapide ma non spossanti.

La carrozzeria di questa creatura è scultorea. Si caratterizza per le ampie superfici vetrate che regalano abbondanti dosi di luce al raffinato abitacolo, vestito con materiali di nobile fattura. La linea della berlinetta Vignale si distingue per l’ampio lunotto panoramico. Due versioni scoperte, firmate Pinin Farina, furono destinate a personalità di rilievo come Georges Filippinetti e il regista Roberto Rossellini. Quest’ultimo, audacemente, portò la sua 212 Inter alla 1000 Km del Nürburgring nel 1953, dimostrando che l’eleganza può affrontare la pista con la stessa grazia con cui solca le strade.

Il design della vettura di cui ci stiamo occupando in questo post è di Ghia, in linea con la tendenza del tempo di affidare l’abito delle “rosse” ad alcune delle menti creative migliori del design italiano, per soddisfare al meglio i gusti dei clienti. Il risultato è di grande pregio estetico. Ricordiamo che una Ferrari 212 Inter finì perfino nelle mani della leggendaria Anna Magnani durante le riprese del film “La carrozza d’oro”. Quello sbarco nel mondo del cinema segnò l’inizio di un legame affettuoso tra le opere di Maranello e l’universo dorato della settima arte: un’intimità celebrata più volte.

Sotto il cofano anteriore della GT in esame batte un dodici cilindri a V da 3 litri. La cifra numerica presente nella sigla del modello indica la cubatura unitaria: basta moltiplicare per 12 e si ha quella complessiva. Il motore della 212 Inter porta la firma di Gioacchino Colombo ed è un diretto discendente di quelli che alimentavano le prime barchette da corsa Ferrari. È un cuore energico e versatile, che conquisterà un posto centrale nella storia del “cavallino rampante”. La sua potenza è aumentata nel tempo dai 150 cavalli iniziali ai 170 cavalli della maturità, grazie all’introduzione di tre carburatori Weber da 32 mm.

Il telaio in tubi d’acciaio, con elementi a croce simili a quelli delle 166 e delle 195, ospita una leggera carrozzeria in alluminio. Questa combinazione consente alla vettura di mantenere un peso relativamente contenuto, nell’ordine dei mille chili. Nonostante la sua natura stradale, la Ferrari 212 Inter dimostra il suo spirito da corsa, esibendo una grande grinta fino alla velocità massima di 200 km/h. I freni a tamburo, apparentemente inadeguati, rallentano con sicurezza le danze del modello, il cui debutto ufficiale avvenne al Salone dell’Auto di Torino, nell’ottobre del 1951. La versione presentata aveva la firma di Vignale. Poi giunse l’interpretazione di Ghia, come quella offerta all’analisi di Jay leno nel video odierno.

Nonostante sia nata per le strade, la 212 Inter non disdegnava le competizioni, dove raccolse discreti risultati. Con questo modello, piloti come Taruffi e Chinetti vinsero la Carrera Panamericana, precedendo al traguardo Ascari e Villoresi, che si alternarono al volante di una vettura dello stesso tipo. Auto dalle mille sfumature, la creatura in esame è un simbolo dell’arte e della maestria italiana; una scultura su ruote che continua a incantare gli amanti delle sportive di lusso. La sua eleganza, la sua potenza e la sua versatilità la rendono un’icona senza tempo del mondo automobilistico. La 212 Inter è molto più di una semplice macchina; è un capolavoro che incarna lo spirito italiano nel suo splendore più puro.

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