La Ferrari F40 è la supercar più amata di sempre. Ogni notizia legata a lei diventa da prima pagina. Non sfugge alla regola nemmeno la vendita di un esemplare della specie, per quanto sia un fatto relativamente frequente. In casi del genere basta un dettaglio ad alimentare con note diverse la narrazione. Specie se si tratta di un colore inusuale, come quello scelto per la vettura di cui ci stiamo occupando.
Doveroso fare una premessa: tutte le Ferrari F40 sono uscite in tinta Rosso Corsa dalla fabbrica di Maranello. Solo ad una di esse è stata riconosciuta, in forma ufficiale, la tinta Giallo Modena, acquisita dopo la consegna. Nel corso degli anni, però, molti esemplari hanno subito dei cambiamenti cromatici. Uno dei più irrituali è il tono Azzurro Hyperion conferito all’auto con telaio numero 84647.
La Ferrari F40, così allestita, è nota con il soprannome di “Blue Chip”. Verrà proposta alla tentazione dei potenziali acquirenti nell’asta di metà agosto organizzata da RM Sotheby’s a Monterey. Originariamente consegnata in Italia, quando le lancette del tempo segnavano il 1992, questa sportiva purosangue non è stata rivista solo nel colore, ma ha tratto alcuni elementi tecnici dalla versione LM. Dispone di un raro cambio da corsa sviluppato da Michelotto e di wastegate migliorate.
Del pacchetto fanno parte gli scarichi Tubi Style, le sospensioni regolabili con kit sollevatore e gli enormi freni Brembo GT abbinati a ruote con cerchi da 18 pollici, contro i 17 della vettura standard. Il risultato è una singolare reinterpretazione della supercar più grezza e iconica della Ferrari. Chi mi conosce sa che non metterei neppure un adesivo su un’auto del genere, quindi è chiara la mia preferenza per l’allestimento di fabbrica, ma non tutti la pensano come me. Diversi anche gli interni, con finiture in Alcantara blu. Le stime della vigilia, per questo gioiello, ballano da 2.500.000 a 2.800.000 dollari, pari rispettivamente a 2.150.000 e 2.450.000 mila euro.
L’auto appartiene all’ultima serie di produzione del modello per il mercato italiano. Fu venduta nuova a Bologna, dove andò ad arricchire, nella veste originale, il garage di un imprenditore molto noto in città. Nel 2013 ottenne la certificazione Ferrari Classiche, rilasciata prima delle modifiche. La Ferrari F40 fu l’ultima creatura stradale del “cavallino rampante” ad essere presentata quando Enzo Ferrari era ancora in vita. Può essere vista come il suo lascito spirituale.
Cuore pulsante di questa “belva alata” è un’unità propulsiva biturbo da 2.9 litri di cilindrata, in grado di sviluppare una potenza massima di 478 cavalli, su un peso di appena 1.100 chilogrammi. Non bisogna essere dei geni per capire il tenore prestazionale della “rossa” in esame. I numeri, per quanto di riferimento, raccontano solo in parte l’intensità della sua forza, perché qui c’è un coinvolgimento emotivo sconosciuto a qualsiasi altra vettura.
Stiamo parlando di un missile ruotato, ma anche di un centrale adrenalinica, che erutta, come un vulcano, benefica energia sensoriale. La Ferrari F40 è una scultura in movimento, di preziosa bellezza ed aggressività. Vederla lascia sempre a bocca aperta, tanto è il suo fascino. Guidarla è un’esperienza fisica, quasi primordiale. Le emozioni che regala sono ultraterrene. Tornando all’esemplare messo all’asta, questo fu completato il 29 luglio 1992. La sua consegna avvenne a cura di Motor S.p.A. a Modena.
Il primo proprietario, residente a Bologna, la tenne fino a metà del 1993. L’auto rimase nella stessa città, con cura documentata, fino alla sua esportazione in Inghilterra, all’inizio del 1998. Nel Regno Unito è passata attraverso una serie di custodi devoti, tra cui il presentatore televisivo Paul Martin. Le ultime mani in cui è finita sono state quelle di un importante collezionista.
Nel 2021, l’idea di reinventare questa Ferrari F40 con le trasformazioni menzionate in precedenza, eseguite da Furlonger Specialist Cars, un’azienda britannica specializzata in supercar. A sigillo dell’evoluzione meccanica, il cambio di colore. Dal classico e inebriante Rosso Corsa si è passati all’Azzurro Hyperion. Il risultato è la “Blue Chip F40”, una visione insolita dell’icona più viscerale del “cavallino rampante”.







Fonte | RM Sotheby’s