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L’Alfa Romeo Giulietta di Enrico Mattei avrà la Targa Oro

Massimo riconoscimento in vista per l’Alfa Romeo usata dal grande imprenditore italiano.

Alfa Romeo Giulietta
Foto ASI

L’Alfa Romeo Giulietta fu l’auto scelta per i suoi spostamenti da Enrico Mattei dal 1955 al 1962. Con quella vettura, il grande industriale italiano, che fondò l’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), trasformandolo in un colosso petrolifero globale, fece il suo ultimo viaggio verso l’aeroporto di Linate, prima del drammatico incidente in volo nei pressi di Bascapè, dove perse la vita. Ora quella vettura si appresta a ricevere il Certificato di Identità ASI con l’immancabile Targa Oro.

L’auto appartiene a una famiglia nobile di berline del “biscione“, prodotte nello stabilimento del Portello, dal 1955 al 1966, in circa 132 mila esemplari. Il debutto in società avvenne al Salone di Torino, dove il modello guadagnò subito l’ammirazione della gente. Notevole il successo di mercato. Dell’Alfa Romeo Giulietta piacevano molto le linee e il temperamento.

All’inizio, per muoverne le danze, fu scelto un motore bialbero a 4 cilindri, da 1290 centimetri cubi di cilindrata, in grado di erogare una potenza massima di 50 cavalli. Nel 1957 giunse una versione più energica, che aggiunse alla sigla le lettere TI (acronimo di Turismo Internazionale). Le piccole modifiche allo stile si abbinavano a una verve nettamente migliore, frutto dei 65 cavalli spremuti ora dalla sua unità propulsiva. Anche qui la potenza veniva scaricata a terra col supporto di un cambio manuale a 4 marce.

Fra i punti di forza del modello, l’ottimo comportamento stradale. Apprezzabile, in particolare, la stabilità. Dalla sua anche un buon mordente dei freni e dei consumi non eccessivi. Nel 1959 prese forma un restyling, che segnò il battesimo di mercato della seconda serie del modello. L’Alfa Romeo Giulietta, come quella di Enrico Mattei, fu un’auto di svolta, sotto il profilo concettuale.

A lei toccò il compito di traghettare la casa milanese verso la modernità. Era una vettura intonata al personaggio, che sapeva guardare oltre, spingendosi verso il futuro con la forza delle idee. Nonostante l’aspetto da grande, questa berlina del “biscione” era compatta nelle dimensioni: 3990 millimetri di lunghezza, 1550 millimetri di larghezza, 1400 millimetri di altezza. Il passo si fermava a 2380 millimetri. Sulla bilancia, mediamente, pesava circa 870 chilogrammi.

Fonte | ASI

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