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Le 3 Alfa Romeo meno costose sul mercato dell’usato

Non tutte le Alfa Romeo suscitano entusiasmo sul mercato dell’usato, ecco le cenerentole della serie.

Alfa Romeo 156 GTA

Nel corso della sua lunga e luminosa storia, Alfa Romeo ha firmato tanti modelli da sogno, che si sono fissati per sempre nella leggenda dell’automobilismo. Alcune vetture del marchio, realizzate nel suo primo mezzo secolo di vita, hanno oggi quotazioni milionarie. Altre creature della gamma viaggiano su valori a sei cifre, rendendo anche queste inaccessibili ai comuni mortali, le cui dotazioni finanziarie, come risaputo, sono modeste.

Gran parte delle Alfa Romeo usate entrano invece nel campo delle possibilità di molte persone. Alcuni modelli, poi, sono a prezzi da saldo. Oggi ci siamo concentrati su questi ultimi, stilando una lista di quelli più popolari in assoluto, facendo riferimento al prezzo d’acquisto. Le cifre sono quelle rilevate sul numero di Ruoteclassiche del mese di aprile 2022. Stiamo parlando della bibbia del settore.

Tre i valori riportati (da moltiplicare per 1000): si riferiscono all’esborso in euro richiesto in base a rigorosi criteri di attribuzione, fatti dagli specialisti della nota rivista dell’Editoriale Domus. Il primo importo (A+) si riferisce a un “veicolo conservato in perfetto stato o totalmente restaurato, in condizioni pari al nuovo”. Il secondo (AB) a un mezzo in “buono stato, con manutenzione regolare e costante, anche restaurato da qualche anno”. Il terzo (B+) a un veicolo “incompleto in alcuni dettagli, marciante, ma con meccanica da rivedere”.

A questo punto, se lo gradite, potrete iniziare il viaggio alla scoperta di queste cenerentole Alfa Romeo sul mercato dell’usato, che però vantano in alcuni casi delle buone doti generali. Un posto nella lista, per la perfetta equivalenza dei valori con la 145, sarebbe toccato anche alle 155 1.9 TD e 2.5 TD, ma abbiamo preferito inserire la sorella minore perché il suo ciclo produttivo si è chiuso in tempi più vicini a noi.

Alfa Romeo 166 2.4 JTD/M-JET (II serie)

Questa vettura, prodotta dal 2003 al 2008, ha i seguenti valori di mercato (x1000) in euro: 1.5 (A+), 1.0 (AB), 0.5 (B+). Significa che con lo stipendio medio di un mese si può portare a casa. Ricordiamo che l’Alfa Romeo 166 prese il posto della bellissima 164, scelta anche da Enzo Ferrari come auto personale. Questa berlina a tre volumi del segmento E si presenta allo sguardo con un look rinnovato rispetto alla precedente opera di Pininfarina.

Ad eseguire il lifting stilistico ci ha pensato Walter de Silva, senza raggiungere però la grazia espressiva del modello di partenza. Si può considerare come l’ultima ammiraglia dell’Alfa Romeo, non avendo avuto una sostituta del marchio nel suo segmento di mercato. Nel ventaglio di motorizzazioni della seconda serie, ci sono anche le unità diesel sovralimentate: il 2.4 JTD a cinque cilindri e dieci valvole da 150 cavalli; il 2.4 JTD M-Jet 20V, da 175 cavalli.

Quest’ultimo consente una velocità massima di 225 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 8.2 secondi e da 0 a 1000 metri in 29 secondi. Il tutto in un quadro dinamico molto gradevole. La grande tenuta di strada e la precisione di guida si miscelano ad un buon comfort di marcia. I quattro dischi dell’impianto frenante svolgono con decoro la loro missione. Bello l’allestimento dell’abitacolo, moderno ed accogliente. L’ Alfa Romeo 166 è una bella tentazione, non c’è che dire, anche se impone dei sacrifici in termini di mobilità urbana, per le restrizioni al traffico attive in certe città.

Alfa Romeo 156 JTD (I serie)

Le cifre in euro (x1000), in questo caso, sono le seguenti: 1.5 (A+), 1.0 (AB), 0.5 (B+). In pratica le stesse delle 166 prima trattate. Questi numeri si riferiscono a un discreto assortimento di modelli, il cui allestimento e le cui motorizzazioni non fanno la differenza. Ecco l’elenco: 156 1.9 JTD/JTD 16V Sportwagon prima serie e 2.4 JTD Sportwagon prima serie (2000-2003); 156 1.9 JTD/JTD 16V prima serie e 2.4 JTD prima serie (1997-2003). Tutte appartengono a una gamma che ha scritto note di grande stile nell’era moderna del “biscione”.

La berlina di segmento D che stiamo mettendo a fuoco in questo post è una delle proposte più belle nella specifica fascia di appartenenza, almeno con riferimento all’ultimo trentennio. Il taglio scultoreo della sua carrozzeria ne fa un gioiello del design. Nel 1997, quando giunse sul mercato, segnò una svolta importante, non solo nell’ambito della produzione del suo marchio. L’estetica così intrigante del modello è ascrivibile al merito di Walter de Silva, capace di confezionare un quadro dialettico impeccabile in ogni elemento della sua composizione. Tutta un’altra cosa rispetto alla precedente 155 e alle sue linee squadrate: qui prevalgono i tratti sinuosi.

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Fra i punti di forza dell’Alfa Romeo 156 anche un quadro dinamico degno delle aspettative degli alfisti. All’eccellenza del suo comportamento stradale concorrono le sospensioni posteriori indipendenti, derivate dalla Lancia Delta Integrale. Immediato il suo successo. Questo modello entrò subito nel cuore degli appassionati e, più in generale, di chi cercava una berlina a tre volumi di impronta sportiva. I numeri di mercato superarono le aspettative. Del resto, il prodotto meritava, non solo per l’estetica altamente gratificante. Anche le doti dinamiche erano degne delle aspettative. Certo, mancava la trazione posteriore, che l’avrebbe fissata nel cuore degli alfisti, ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Bello il trattamento stilistico dell’abitacolo.

Alfa_Romeo 156 GTA Sportwagon

Le forme della plancia e del cruscotto evocano la tradizione del marchio, interpretata però in forma moderna. L’Alfa Romeo 156 è stata una vettura importante per la casa automobilistica milanese, nel cui ambito ha segnato un cambio di passo, almeno con riferimento al segmento di appartenenza. Anche le realizzazioni successive hanno tratto linfa dalle sue note espressive. Con lei fece il debutto in società il motore turbodiesel a iniezione diretta common rail. Nel 2002 giunsero per il modello le unità propulsive a gasolio con tecnologia Multijet, a quattro valvole per cilindro, che si spingevano, nei diversi step, fino a 150 cavalli di potenza sulla versione a quattro cilindri da 1.9 litri e a 175 cavalli sulla versione a cinque cilindri da 2.4 litri.

Alfa Romeo 145 TD/JTD

Questa vettura, prodotta dal 1994 al 2001, ha i seguenti valori di mercato (x1000): 1.8 (A+), 1.2 (AB), 0.6 (B+). Si tratta, anche nel caso in esame, di cifre particolarmente basse in termini di prezzo di acquisto, unico parametro al quale abbiamo fatto riferimento nello stilare la lista. Poi ci sono i costi di gestione e i limiti alla circolazione, dei quali non abbiamo tenuto conto, per lo spirito di questo post. L’Alfa Romeo 145 prese il posto della 33 e fu prodotta nel sito industriale di Pomigliano d’Arco, in Campania.

Alfa Romeo 145 restomod render

Si tratta di una berlina a 3 porte e 2 volumi, il cui stile porta la firma del designer statunitense Chris Bangle. Nessuna parentela col modello precedente. Qui si era al cospetto di una vettura completamente nuova, dal look insolito ma sportivo e ricco di carattere. Può anche non piacere, ma si distingue dalla massa. Forse era questo l’obiettivo in fase di progetto. Oggi è una delle cenerentole del marchio, in termini di quotazioni sul mercato dell’usato. Le versioni in assoluto più economiche sono le TD e JTD.

Tangibili i benefici sul piano prestazionale, con lo scatto da 0 a 100 km/h portato a 10.4 secondi e la velocità massima cresciuta a 185 km/h. Sottoposta ad alcune revisioni estetiche nel corso della sua carriera commerciale, l’Alfa Romeo 145 non rapiva il cuore per il suo stile, anche se era distintiva. Sano il suo comportamento stradale, ma le emozioni del “biscione” sono un’altra cosa, a meno che non si voglia puntare sulla 2.0i 16V Twin Spark Quadrifoglio, ma quella è un’altra storia ed ha un altro prezzo.

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