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Mercato auto: UNRAE chiede al governo di intervenire al più presto

La riapertura delle concessionarie non è bastata per far riprendere il settore auto

Gli ultimi dati riguardanti le immatricolazioni auto in Italia sono parecchio negativi. Marzo si è chiuso con un -85% mentre aprile addirittura con un -97,5%.

Nonostante la riapertura delle concessionarie, i primi 12 giorni di maggio sono terminati con un -52%. In particolare, quest’ultimo dato dimostra che la riapertura degli showroom non è sufficiente per mettere in sicurezza il settore automotive.

Mercato auto usato novembre 2019
Mercato auto, i primi 12 giorni di maggio non fanno sperare bene per il settore

Mercato auto: sono necessarie delle misure apposite per far ripartire il settore

Il coronavirus ha colpito pesantemente uno dei settori più importanti dell’economia italiana, il cui valore rappresenta il 10% del PIL. Inoltre, questo impatto negativo ha colpito altri anelli della catena come ad esempio gli stessi concessionari che sono stati costretti a chiudere per via delle disposizioni del governo e per evitare la diffusione del virus.

L’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE) chiede a gran voce un intervento del Governo italiano per sostenere la domanda e salvare la situazione prima che sia troppo tardi. Dopo il disastro registrato a marzo e quello preannunciato di aprile (che ha visto le immatricolazioni azzerate nel nostro Bel Paese), il mese di maggio stenta a ripartire.

I dati raccolti nei primi 12 giorni del mese corrente rivelano un -70% degli ordinativi e un -52% delle immatricolazioni. Seppur si tratti di un risultato migliore, resta comunque negativo. Tutti gli altri anelli del settore automotive versano in condizioni ugualmente catastrofiche: veicoli commerciali, veicoli industriali, autobus, rimorchi e semirimorchi.

La riapertura delle concessionarie, avvenuta il 4 maggio, non è bastata a far riprendere quota a un mercato in profonda crisi. “Occorre intervenire con urgenza per un rilancio della domanda, prima che sia troppo tardi“, conclude l’UNRAE.

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