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Mercato auto marzo 2020: crollo dell’85% 

La fonte è l’Unrae (Unione Case estere). Una picchiata verso il basso dovuta al coronavirus

crollo mercato auto

Mercato auto marzo 2020: crollo dell’85%. Lo dice  l’Unrae (Unione Case estere) all’Ansa. Sentiamo le parole di Michele Crisci, il presidente: non ci siamo trovati mai prima d’ora in una situazione del genere. L’emergenza coronavirus è un evento assolutamente straordinario. Nel comparto automotive in Italia a marzo registriamo un calo dell’85% rispetto allo stesso mese del 2019, con una perdita stimata di circa 350.000 auto tra marzo ed aprile, rispetto a dodici mesi fa.

Mercato auto marzo 2020: allarme rosso

Quella che è garantita al momento, come previsto dal decreto – dice Crisci – è solo l’assistenza. Niente vendita diretta dentro la concessionaria, aggiungiamo noi. Il venditore può operare via Internet. Le concessionarie sono off-limits.

Evoluzione digitale. Ma per l’auto per ora non va

C’è un’evoluzione digitale e tecnologica che sta segnando un’impennata delle vendite dei beni online, dice Crisci. Ma l’auto è un bene acquistabile ancora solo ed esclusivamente presso una rete di vendita. Come? Prendendo contatti diretti con i rivenditori e guardando da vicino il bene che si sta per acquistare. Morale: la rete di concessionari continua ad essere fondamentale nella catena di montaggio dell’automotive. L’Unrae cercherà di offrire ai rivenditori tutto il supporto necessario affinché possano risollevarsi.

Incentivi auto: solo parole

Pochi giorni prima dell’esplosione della pandemia di Covid-19, il ministro dello Sviluppo economico aveva parlato al Sole 24 di incentivi per l’auto elettrica. E per le macchine pulite Euro 6. Da quel giorno, silenzio di tomba.

Ma l’auto è fondamentale per l’Italia. La percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL risulta del 4,3%, la più alta tra i maggiori Paesi europei, la cui media è attorno al 3,1%. Sono dati Anfia (Associazione filiera auto nazionale).

Eppure, nel 2018 continua a crescere il carico fiscale complessivo gravante sulla motorizzazione italiana, raggiungendo i 76,3 miliardi di euro, con un incremento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. A fronte di un incremento del 3,6% del totale delle entrate tributarie nazionali rispetto al 2017, la quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul gettito complessivo, si mantiene leggermente inferiore (15,8%) ai tre anni precedenti, quando si era mantenuta stabile al 16%.

Non è un caso se nei Paesi europei in cui la fiscalità dell’auto aziendale è più vantaggiosa, l’età media del parco è decisamente più bassa e le tecnologie a zero o a basse emissioni sono più capillarmente diffuse, visto che quello aziendale è il principale canale di immissione sul mercato di queste vetture. È per questo che l’Anfia, di concerto con le altre associazioni di settore, con Confindustria e con i sindacati, chiede a gran voce l’introduzione di misure di accompagnamento alla difficile transizione verso nuove forme di mobilità sostenibile, senza produrre effetti negativi sul mercato.

In più, c’è il dramma dei veicoli industriali

La filiera, a inizio marzo, s’era espressa così: di fronte all’emergenza sanitaria mondiale che stiamo vivendo, vengono messe a nudo tutte le distrazioni e le mancanze di indirizzo politico delle quali è stato vittima il settore dell’autotrasporto italiano nel suo complesso.

Il traffico delle merci da e per il nostro Paese viene reso difficile, se non bloccato, dalla troppa dipendenza da vettori e conducenti stranieri, che – in questo frangente – sono addirittura arrivati a rifiutarsi di lavorare in Italia. Gli approvvigionamenti quotidiani scarseggiano o vengono a mancare, le imprese industriali del settore automotive stanno rischiando un sostanziale blocco produttivo: la situazione sta mettendo in ginocchio l’intero sistema economico italiano.

Le aziende impegnate nella produzione, distribuzione e assistenza di veicoli industriali e delle loro componenti chiedono al Governo di tenere alta l’attenzione sul settore del trasporto e della logistica e sull’importanza che lo stesso ha per l’economia.

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