Volkswagen, bilancio in rosso per la prima volta in cinque anni

Volkswagen affronta sfide tra semiconduttori, dazi USA e transizione all’elettrico: il terzo trimestre del 2025 vede un crollo degli utili.
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Tra la crisi dei semiconduttori, i dazi americani e una transizione all’elettrico più lenta del previsto, Volkswagen sta attraversando una delle fasi più difficili della sua storia recente. Il gruppo tedesco sta lavorando ad un nuovo piano di ristrutturazione nel tentativo di contenere le perdite e recuperare stabilità finanziaria.

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Volkswagen in rosso nel terzo trimestre del 2025

volkswagen Wolfsburg

Nel terzo trimestre del 2025, la casa automobilistica di Wolfsburg ha registrato una perdita netta di 1,07 miliardi di euro, un crollo netto rispetto all’utile di 1,6 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Eppure il fatturato è salito del 2,3%, raggiungendo gli 80,3 miliardi di euro, grazie a un incremento dell’1% nelle consegne. Numeri che però non bastano a compensare le molteplici difficoltà che stanno colpendo il gruppo.

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La situazione più critica riguarda Porsche, da sempre la punta di diamante della redditività Volkswagen. La casa automobilistica di Stoccarda è scivolata in territorio negativo a causa dei costi elevati della transizione elettrica e dei ritardi nei nuovi modelli a batteria.

Un altro pesante fardello per i conti arriva dai dazi statunitensi, aumentati in primavera fino al 27,5% prima di essere ridotti al 15% ad agosto. Nonostante la produzione locale di alcuni modelli nel Tennessee, l’impatto resta notevole, tanto che secondo il direttore finanziario Arno Antlitz, questi dazi potrebbero costare fino a 5 miliardi di euro in un solo anno. Il problema è accentuato dal fatto che Audi e Porsche, i marchi più redditizi del gruppo, producono ancora interamente fuori dagli Stati Uniti.

Volkswagen

Per far fronte a questa situazione, Volkswagen ha rivisto al ribasso le previsioni di margine operativo, ora comprese tra il 2% e il 3% contro il 4-5% previsto inizialmente. A pesare è anche la situazione legata ai semiconduttori: il produttore Nexperia, al centro di tensioni tra Paesi Bassi e Cina, minaccia infatti l’approvvigionamento dell’intera industria europea.

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A questo si aggiunge anche la transizione all’elettrico. Nonostante un aumento del 33% nelle vendite di auto a batteria nel terzo trimestre, questi modelli restano meno redditizi a causa dei costi elevati delle batterie e degli impianti produttivi dedicati.

Per invertire la rotta, il gruppo punta su un piano di risparmio da 6 miliardi di euro entro il 2030, che prevede anche la riduzione di 35.000 posti di lavoro in Germania, pari al 29% della forza lavoro complessiva, un evento senza precedenti nella storia dell’azienda. Alcuni stabilimenti hanno già sospeso temporaneamente la produzione a causa della scarsa domanda di modelli elettrici, ma il peggio deve ancora arrivare.