Se qualcuno avesse ancora dubbi su chi stia davvero guidando la transizione elettrica globale, i numeri appena sfornati da BYD dovrebbero fungere da panoramica definitiva. Il colosso cinese ha annunciato di aver prodotto il suo 15.000.000esimo veicolo a nuova energia (anche NEV), un traguardo che include sia veicoli completamente elettrici che ibridi plug-in.
Mentre alcuni produttori storici stanno ancora cercando di capire come montare un pacco batteria senza far lievitare i prezzi, BYD ha sfornato 5 milioni di auto elettrificate in circa otto mesi, passando dai 10 milioni di fine 2024 ai 15 attuali.

Il confronto con i big del settore è quasi disarmante. La produzione cumulativa di NEV di BYD oscura totalmente gli 8,1 milioni di veicoli prodotti da Tesla e fa apparire minuscola la divisione elettrica del Gruppo Volkswagen, che arranca sotto la soglia dei 3 milioni. Certo, Tesla produce solo elettriche, ma la scala industriale di BYD è ormai su un altro pianeta.
Fondata nel 1995 e convertita all’auto solo nel 2003, BYD ha avuto il coraggio di eliminare i motori a combustione interna pura già nel 2022. Una mossa che ha pagato, almeno in questo contesto globale attuale. Modelli come la Dolphin e la Seagull (conosciuta anche come Dolphin Surf) hanno superato il milione di unità vendute ciascuna, affiancati da pesi massimi come i SUV Song Plus e Sealion 06. Anche la serie Dynasty, con i nomi storici Qin, Song e Tang, continua a macinare record sia nel mercato interno cinese che su scala internazionale.

Dietro questo successo non c’è solo una catena di montaggio infinita, ma una totale integrazione verticale. BYD controlla tutto, dai sistemi di batterie ai propulsori elettrici, fino ai sistemi di guida intelligenti. Ad oggi, va detto, BYD non è più solo un produttore di successo, ma è la prova vivente che il baricentro dell’automotive si è spostato definitivamente a Est.
