Le grandi sfide legate all’elettrificazione stanno mettendo sotto pressione i bilanci dei costruttori. Lo sviluppo di batterie più efficienti, motori sempre più sofisticati e piattaforme dedicate richiede investimenti enormi e continui, spesso difficili da sostenere. Se a questo si aggiunge la necessità di rinnovare regolarmente ogni modello, l’equilibrio economico inizia a vacillare.
Toyota prolunga il ciclo di vita dei suoi modelli per aumentare la redditività

Neppure Toyota, storicamente uno dei marchi più attenti alla gestione delle risorse, riesce a sottrarsi a questa spirale. La casa automobilistica giapponese, da sempre convinta dell’importanza di restare all’avanguardia, ha capito che l’attuale ritmo non è più sostenibile e sta preparando un cambio di strategia significativo. Finora Toyota ha seguito una strategia piuttosto semplice, ovvero quella di lasciare sul mercato circa sette anni ogni modello, con un restyling dopo tre o quattro anni e aggiornamenti minori soprattutto sul fronte tecnologico. Un processo collaudato, pensato per mantenere competitivo un modello fino al suo completo ricambio.
Secondo la stampa asiatica, però, il marchio starebbe valutando seriamente un allungamento del ciclo, portandolo a nove anni. Due anni in più che, nelle intenzioni del costruttore, permetterebbero di contenere i costi senza sacrificare la qualità del prodotto. Questo non significherebbe abbandonare i modelli al loro destino. L’idea è semmai quella di spostare l’attenzione dagli interventi estetici, spesso costosi, come anche Volvo ha più volte sottolineato, verso aggiornamenti software capaci di migliorare connettività, sicurezza, comfort e, quando possibile, anche prestazioni e autonomia.

Una scelta che andrebbe incontro anche al mercato dell’usato, perché un ciclo più lungo rende un modello meno soggetto al crollo di valore tipico dell’arrivo di un successore. Inoltre, una parte degli introiti deriverebbe dalle funzionalità digitali aggiuntive, un settore che Toyota finora ha sfruttato solo in minima parte rispetto ai competitor europei. Con una gestione più flessibile dei prezzi, l’azienda avrebbe anche una maggiore stabilità nelle previsioni economiche, riducendo la dipendenza dai tempi di lancio.
Il settore sta entrando in una fase completamente nuova, e Toyota non può permettersi di restare ancorata ai vecchi schemi se vuole mantenere il proprio ruolo di leader mondiale. Non è escluso che questa svolta possa spingere anche i marchi coreani a rivedere il loro ritmo di aggiornamento, oggi tra i più frenetici del mercato, ma sempre più difficile da sostenere a fronte degli attuali costi di sviluppo.
