Slalom tra le restrizioni europee: pioggia di ibridi MG e BYD nel Vecchio Continente

BYD e MG hanno rapidamente modificato il proprio approccio al mercato europeo, puntando con decisione su una maggiore offerta di ibridi.
BYD Seal U DM BYD Seal U DM

L’Unione Europea ha imposto da tempo nuove tariffe doganali speciali sui veicoli elettrici importati dalla Cina, provocando un vero scossone nelle strategie commerciali dei costruttori asiatici. Colossi come BYD e MG hanno reagito rapidamente modificando il proprio approccio al mercato europeo, puntando con decisione su una maggiore offerta di ibridi plug-in per aggirare i dazi aggiuntivi.

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L’indagine condotta da Bruxelles lo scorso anno ha portato all’introduzione di tariffe mirate: per i veicoli elettrici a batteria prodotti in Cina, le aliquote arrivano al 17% per BYD e addirittura al 35,3% per MG, da sommare al 10% standard già previsto su tutte le auto d’importazione. Al contrario, le vetture con tecnologia ibrida plug-in non sono soggette a questi extra costi, offrendo ai produttori cinesi una valvola di sfogo strategica.

BYD Seal U DM
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I numeri parlano chiaro. BYD ha immatricolato quasi 20.000 PHEV in Europa nella prima metà del 2025, un incremento impressionante pari al +17.000% rispetto ai periodi precedenti. La spinta è arrivata dal lancio della BYD Seal U DM, primo modello ibrido plug-in del marchio, a cui presto si affiancherà la station wagon Seal 6. Parallelamente, l’azienda sta investendo in nuovi impianti di produzione in Ungheria e Turchia, con l’obiettivo di localizzare parte della produzione ed evitare le penalizzazioni tariffarie.

MG ha seguito una strada simile, sfruttando la sua gamma più ampia di modelli ibridi. L’offerta include la MG HS (PHEV), la MG ZS e la MG 3 (full hybrid). Questo shift è diventato cruciale, infatti nel medesimo periodo le vendite di elettrici puri del marchio hanno registrato un crollo del 60%, complice la tariffa totale che supera il 45%, rendendo i modelli full electric di fatto non competitivi sul mercato europeo.

MG HS (PHEV)
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Non sono solo i brand cinesi a soffrire. I dazi colpiscono anche produttori europei che realizzano modelli in Cina. La Cupra Tavascan, ad esempio, deve affrontare un dazio aggiuntivo del 20,7%, mentre BMW subisce conseguenze simili con la produzione della Mini Aceman e della Cooper SE tramite la joint venture con Great Wall Motors. Le ripercussioni economiche hanno spinto gruppi come SEAT/Cupra e la stessa BMW a intentare azioni legali contro Bruxelles, contestando le modalità di applicazione dei dazi.

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Marchi come NIO, Polestar, Xpeng e Smart, che non dispongono di versioni ibride e basano l’intera offerta su modelli completamente elettrici, invece, risultano ancora più penalizzati, non potendo diversificare la loro strategia.

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