Il Fondo saudita e la cinese Geely rivedono le partecipazioni in Aston Martin: è partito il fuggi fuggi?

Tra queste turbolenze finanziarie, Aston Martin ha annunciato anche una revisione delle politiche retributive per tenere tutti buoni.
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Aston Martin è tornata da un po’ sotto i riflettori, questa volta non per un nuovo bolide, ma per le manovre strategiche dei suoi principali investitori. Il Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita e il magnate cinese Shufu Li, fondatore di Geely e proprietario della Volvo, hanno recentemente diminuito le loro partecipazioni azionarie nel celebre marchio britannico di auto di lusso, probabilmente per ricalibrare gli impegni finanziari assunti negli scorsi anni.

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Il fondo saudita era diventato secondo azionista della casa automobilistica nel luglio 2022, acquisendo una quota del 16,7% per circa 78 milioni di sterline. All’epoca, l’annuncio fece schizzare il valore delle azioni Aston Martin del 20%, raggiungendo 170 penny. Tuttavia, il titolo ha subito una marcata flessione e oggi viaggia intorno a 79 penny, in calo rispetto ai 107 penny di inizio 2025.

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Secondo la recente documentazione depositata presso la Borsa di Londra, però, il PIF ha ridotto la sua quota dal 18% al 16,6%, dopo aver raggiunto il 20% nel novembre 2023. In parallelo, anche Li ha tagliato la propria partecipazione, scendendo dal 15,2% al 14%. Entrambi sembrano riconsiderare le loro posizioni alla luce dell’andamento del titolo.

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Nel frattempo, si fa sempre più concreta l’ipotesi che il miliardario canadese Lawrence Stroll, attuale presidente esecutivo di Aston Martin, voglia rafforzare il suo controllo sul brand. Il suo consorzio, Yew Tree, mira a rilevare 75 milioni di azioni, incrementando la partecipazione fino al 33%. Tuttavia, secondo il Takeover Code britannico, superare il 30% comporta l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica per acquisire il resto delle quote.

Nel contesto di queste turbolenze finanziarie, la casa di Gaydon ha annunciato anche una revisione delle politiche retributive. Il gruppo, infatti, ha deciso di aumentare i bonus annuali del CEO e del CFO fino al 250% dello stipendio, superando la media del FTSE 250, con l’obiettivo di attrarre e trattenere dirigenti di alto profilo, dopo le difficoltà riscontrate negli ultimi anni nel reclutamento di talenti in Aston Martin.

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A rafforzare il clima di volatilità, le recenti oscillazioni azionarie sono state influenzate anche dalle mosse di politica commerciale. Un potenziale accordo con il Regno Unito annunciato da Donald Trump ha temporaneamente stimolato l’interesse del mercato, promettendo un abbassamento dei dazi al 10% su un massimo di 100.000 vetture. Ma basterà a tenere i nervi saldi dei principali investitori del marchio?

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