È innegabile che Tesla sia stata una delle vere pioniere della mobilità elettrica. Nonostante le difficoltà degli ultimi tempi, il marchio guidato da Elon Musk ha avuto un ruolo decisivo nel rendere l’auto elettrica un fenomeno globale. Nel 2023, la Model Y è addirittura diventata l’auto più venduta al mondo, un traguardo storico per un veicolo a batteria.
Eppure, come spesso accade con Tesla, le luci della ribalta si accompagnano a polemiche e contraddizioni. Il suo carismatico e imprevedibile CEO, Elon Musk, è stato più volte protagonista di promesse non mantenute, scontri pubblici e uscite a dir poco discutibili. A questo lungo elenco di controversie si aggiunge ora quello che molti considerano il primo vero fallimento commerciale nella storia del marchio: il Tesla Cybertruck.
Tesla Cybertruck: Elon Musk trova un modo per “vendere” i pick-up fermi da tempo

Presentato come il simbolo dell’innovazione ingegneristica americana, il pick-up elettrico doveva raggiungere una produzione di circa 250.000 unità l’anno. La realtà, però, è ben diversa: nei primi nove mesi del 2025, le vendite totali si sono fermate a poco più di 16.000 esemplari, un risultato disastroso per un modello che avrebbe dovuto rivoluzionare il segmento.
Di fronte alla scarsa domanda, Tesla ha trovato un modo piuttosto ingegnoso per ridare fiato alla produzione. Diversi centinaia di Cybertruck sono stati consegnati alle flotte aziendali di SpaceX e xAI, due società di proprietà dello stesso Musk. Un modo per “riciclare” i veicoli invenduti e, al contempo, dare visibilità al modello all’interno dell’universo industriale del miliardario.
L’ingegnere capo del progetto, Wes Morrill, ha commentato entusiasta questa strategia: “È fantastico vedere le vecchie flotte a combustione di Tesla e SpaceX sostituite dai Cybertruck. Quando li abbiamo progettati, era parte del sogno. Non immaginavo quanto sarebbe stato difficile fotografare tutta la flotta a Starbase, ma non vedo l’ora di vederne ancora.”

Secondo fonti interne, le consegne alle aziende di Musk potrebbero superare le 1.000 unità, approfittando anche delle ultime settimane di validità dei crediti d’imposta federali per l’acquisto di veicoli elettrici, scaduti il 30 settembre 2025.
Il Cybertruck è stato fin dall’inizio un progetto tormentato. Presentato con anni di ritardo, arrivato sul mercato con un prezzo ben superiore alle promesse iniziali e un design talmente radicale da complicare l’omologazione in vari Paesi. In Europa, per esempio, non può essere venduto legalmente per motivi di sicurezza e conformità.
Le prime unità prodotte hanno mostrato problemi di assemblaggio, difetti di verniciatura e richiami tecnici, minando la reputazione del veicolo e del marchio. Nonostante tutto, Tesla sta cercando di rilanciare il Cybertruck nei mercati del Medio Oriente dove le regole sono meno stringenti e l’interesse per veicoli di lusso “esotici” è alto.
Resta il fatto che, al momento, il Cybertruck rappresenta la prima vera crepa della casa automobilistica, un esperimento ambizioso che non ha saputo trasformare la curiosità in successo commerciale.