C’è una piccola rivoluzione che si muove in punta di piedi tra le vie affollate delle metropoli, e ha un nome ironico e ambizioso. Parliamo del Dacia Hipster Concept che, neanche a dirlo, è un concept destinato con tutta probabilità a vedere, in una forma non troppo diversa, la produzione. In un mondo dove il traffico è un campo di battaglia e i parcheggi una rarità quasi mitologica, la nuova proposta della casa romena si presenta come un manifesto dell’intelligenza urbana.
L’idea di Dacia non è l’ennesima city car travestita da novità, ma una micro utilitaria, una di quelle che potrebbero rientrare nelle incoraggiate E-Car, le piccole elettriche accessibili. La Hipster, a differenza della entry-level del brand, la Spring, punta a cambiare davvero le regole del gioco, con una filosofia minimal e molto concreta.

La prima cosa che colpisce, chiaramente, sono le dimensioni. Con appena 3 metri di lunghezza e una larghezza di 155 centimetri, la Hipster Concept sembra quasi disegnata con il righello da chi ha passato troppo tempo a cercare posto nel centro di una metropoli. Ma il vero colpo di scena è il peso piuma di soli 800 chili, una caratteristica che la rende più leggera persino della Dacia Spring. E in città, ogni chilo risparmiato si traduce in maggiore agilità e consumi ridotti.

Dentro l’abitacolo, la magia dell’efficienza continua. Quattro posti veri in una carrozzeria così compatta sembrano un miracolo di ingegneria, ma Dacia ci è riuscita con soluzioni furbe: il bagagliaio parte da 70 litri, ma può arrivare a 500 abbattendo i sedili posteriori. Perfetto per la spesa del sabato o per quella fuga improvvisata fuori città.

Lo stile della Hipster segue la filosofia del “meno è meglio”: niente orpelli, solo funzionalità. Le ruote agli angoli massimizzano lo spazio interno, le luci integrate nella fascia trasparente anteriore e nel lunotto posteriore creano un effetto high-tech, e il tetto in vetro parziale regala luminosità e buonumore anche nei lunedì autunnali di pioggia.
Ma la scelta più radicale è l’addio agli schermi giganti, con il benvenuto alla docking station per smartphone. Un gesto quasi rivoluzionario nel mondo dell’auto, che rimette il controllo nelle mani del guidatore. A completare il quadro, undici punti d’attacco Youclip per accessori modulari, maniglie sostituite da cinghie leggere, e sedili dalla struttura essenziale: tutto pensato per ridurre costi, peso e, soprattutto, superfluo.
Dacia non ha ancora svelato i dettagli tecnici su autonomia e batteria, ma la logica suggerisce che non sarà un problema. La maggior parte degli automobilisti (lavoratori e non) percorre meno di 50 km al giorno.