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Quella volta che una Ferrari F40 si è presentata alla Parigi-Dakar

f40 Red Typhoon

Non impressionatevi troppo sul titolo che accenna a una Ferrari F40 alla Parigi-Dakar. Potete tranquillizzarvi, anche se solo in parte. Si tratta, effettivamente, di una vettura che aveva la forma esatta di una F40 e che ha davvero partecipato alla Parigi-Dakar 1989, ma, grazie al cielo, non era una vera Ferrari F40 in tutto e per tutto.

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Questa storia nasce dalla mente del pioniere italiano dei Rally Raid, Franco De Paoli, un uomo che, stanco dei soliti fuoristrada simili a quelli “disegnati da un bambino delle elementari”, aveva come unico obiettivo quello di portare in gara i mezzi più fuori di testa in assoluto.

f40 Red Typhoon

La sua carriera sahariana, iniziata nel 1980, ha visto nascere prototipi folli, dal Range Rover V8 vestito da Rover SD1 (1983) al Range Rover travestito da Audi Quattro, mezzi che destavano sicuramente più di un’occhiata nel deserto. Nel 1987, quando la Ferrari F40, la meraviglia che celebrava i 40 anni del Cavallino, sconvolse il mondo, a De Paoli venne l’idea definitiva: portare il future (all’epoca) classic di Maranello tra le dune. La F40 originale non era certo l’animale giusto per la gara, quindi prese vita il progetto Red Typhoon.

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L’idea alla base era semplice: adattare una meccanica 4×4 dura e pura a una carrozzeria simil-F40. La scelta della base non cadde più sulla sua amata Range Rover V8, ma sulla collaudatissima Mitsubishi Pajero. La Red Typhoon prese quasi tutta la parte anteriore del telaio Pajero, a cui si aggiunse un semitelaio posteriore ex-novo per eliminare le balestre. Le sospensioni furono sostituite da triangoli sovrapposti con molle ad aria e doppi ammortizzatori Bilstein su tutte e quattro le ruote. Il tutto per la massima intercambiabilità dei componenti in caso di rotture nel deserto.

f40 Red Typhoon

Sotto il cofano, purtroppo, non c’era il motore V8 biturbo, ma un quattro cilindri turbo-benzina da 2,6 litri (preparato da Nocentini) con 240 CV e 330 Nm di coppia. Un peso di circa 1700 kg (a vuoto) per la robustezza necessaria.

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Grazie alla silhouette aerodinamica, la “Mitsubishi F40” volava a quasi 210 km/h sulla sabbia, portando 280 litri di benzina per affrontare le tappe più pazzesche del 1989. Nonostante fosse un mega ferro da far impallidire le Peugeot 405 e 205 T16 ufficiali, la Red Typhoon fu sfortunata e non finì la gara per un problema tecnico a metà tappa. Purtroppo, dopo la Dakar, il progetto si arenò, e un tremendo incendio in un deposito distrusse per sempre la Red Typhoon.