Nonostante il governo statunitense abbia ampiamente dimostrato di non essere esattamente il più grande fan dell’elettrificazione, il ritmo dell’innovazione a zero emissioni continua inarrestabile, con o senza Donald Trump. L’ultimo colpo in canna arriva direttamente da BMW, che si è ufficialmente lanciata nella corsa alle batterie allo stato solido per veicoli elettrici, stringendo una triplice alleanza con la startup statunitense Solid Power e il colosso coreano Samsung.
La batteria allo stato solido è esattamente ciò che il nome suggerisce: un accumulatore che sostituisce il tradizionale (più instabile) elettrolita liquido con materiali solidi. Sostituire un liquido con un solido crea sfide ingegneristiche non indifferenti, ma i vantaggi per le case automobilistiche sono un premio troppo ghiotto per essere ignorato. Oltre a eliminare i rischi di incendio che hanno tormentato l’industria, le batterie allo stato solido offrono una soluzione di accumulo di energia molto più leggera, compatta, duratura e performante.

I ricercatori lavorano strenuamente su questo fronte da un decennio e la commercializzazione della tecnologia è considerata una conclusione ormai scontata. Solo nell’ultimo mese si è assistito a una vera e propria ondata di attività: QuantumScape ha collaborato con Corning per ottimizzare il suo separatore ceramico, Toyota ha ricordato che intende lanciare i suoi primi veicoli elettrici con batterie allo stato solido entro i prossimi due anni. E poi è arrivata BMW.
La casa bavarese, però, aveva adocchiato la soluzione di Solid Power fin dal lontano 2016 e, dopo aver investito quando la startup è stata quotata in borsa nel 2021, ha formalizzato recentemente la collaborazione.

Nell’ambito del nuovo accordo, Solid Power fornirà il suo elettrolita solido a base di solfuro a Samsung SDI per la successiva fabbricazione delle celle. Anche se i dettagli dell’accordo e i parametri di prestazione rimangono un segreto ben custodito, lo sforzo congiunto culminerà con il lancio di un veicolo dimostrativo BMW.
La scelta del solfuro come base chimica è interessante e divisiva. Mentre concorrenti come QuantumScape si sono affidati alla più high-tech ceramica per i loro elettroliti al litio-metallo, Toyota e Stellantis citano i vantaggi del solfuro, tra cui il potenziale di crescita su larga scala e la sua “morbidezza e adesività ad altri materiali” che ne facilitano la produzione di massa.
Il solfuro, in fondo, è comune in natura, l’esempio più abbondante è la pirite, il minerale noto anche come oro degli stolti, e se questo elemento comune e abbondante dovesse davvero risolvere i problemi di infiammabilità e autonomia, l’industria auto elettriche avrebbe trovato il suo vero tesoro.
