Gli anni Ottanta, epoca di eccessi e sound metallici, hanno mostrato al mondo un’icona (oggi definita) youngtimer indiscussa, l’Alfa Romeo 33. Nata nel 1983 come erede designata della mitica Alfasud, la 33 incarnava alla perfezione le prerogative sportive e stilistiche a cui non si poteva rinunciare per il marchio del Biscione.
Questa vettura doveva essere cruciale per la casa di Arese, impegnata nell’ambizioso progetto di rendere più popolari possibile le Alfa Romeo per il popolo italiano, combinando design distintivo e prestazioni reattive. Le linee, figlie del genio di Ermanno Cressoni, presentavano elementi audaci, come l’inedita coda tronca e spiovente ideata da Giugiaro.

La 33 si distingueva dalla sua antenata per alcuni dettagli tecnici, adottando freni a tamburo al posto dei dischi posteriori dell’Alfasud e un assale rigido con barra Panhard al retrotreno, lasciando le sospensioni MacPherson all’anteriore. Assemblata a Pomigliano d’Arco, la 33 fu la seconda vettura più venduta in assoluto nella storia di Alfa Romeo, ma non riuscì mai a superare la fatidica soglia del milione di esemplari, a differenza della sua diretta antenata.
La gamma iniziale era essenziale, con la versione base 1.3 litri da 79 CV e la Premium 1.5 litri Quadrifoglio Oro da 85 CV. Il vero divertimento arrivò nel 1984 con la 1.5 Quadrifoglio Verde (con 105 CV e motore Boxer, calandra aggressiva e spoiler) e la 1.5 4X4, che offriva la trazione integrale inseribile manualmente. Non si può dimenticare inoltre la Giardinetta, la Station Wagon disegnata da Pininfarina, disponibile anche lei in versione integrale.

Il restyling del 1986 portò interni completamente riprogettati. Le versioni di punta si evolsero, con l’arrivo del 1.7 Quadrifoglio Verde e, per la prima volta, del 1.8 turbodiesel. Il 1989 vide la svolta definitiva con la seconda serie, che rivoluzionò totalmente il design, avvicinandolo al nuovo corso inaugurato dalla prorompente Alfa Romeo 164. La coda si fece più alta e tronca, e gli interni vennero elevati in termini di qualità e materiali.
Il motore Boxer fu potenziato a 90 CV, per il 1.3 e 97 CV per il 1.5. Il 1.7 16V, invece, erogava ben 132 CV. Proprio questa versione, a partire dal 1993, si fregiò del nome Permanent 4 o Q4, caratterizzata da una motricità attiva perennemente sulle quattro ruote.

Nel 1994, l’Alfa Romeo 33 uscì definitivamente di scena, lasciando un vuoto nel cuore degli appassionati, oggi colmato dalla ricerca della youngtimer perfetta, apprezzata per il suo design iconico, il sound distintivo e un prezzo (anche in buone condizioni) che è ancora decisamente accessibile.
