L’elettrico resta il fulcro della strategia di sviluppo di BMW. La casa automobilistica di Monaco ha già tracciato la propria rotta con la nuova famiglia Neue Klasse, che porterà sul mercato una lunga serie di modelli a zero emissioni. Accanto a questa offensiva, però, il marchio continua a investire con decisione anche su un’altra tecnologia, meno battuta ma ritenuta strategica: l’idrogeno.
Oltre ai numerosi progetti full electric in fase avanzata, BMW sta infatti lavorando alla nuova iX5 a celle a combustibile. Lo sviluppo di questa soluzione va avanti da diversi anni e l’obiettivo è arrivare alla commercializzazione entro il 2028.

L’idrogeno, tuttavia, è una tecnologia che finora non è mai riuscita a imporsi davvero sul mercato. BMW non è l’unico costruttore ad averla esplorata. Alcuni marchi hanno già portato su strada modelli alimentati a idrogeno, come Toyota, che con la Mirai ha fatto da apripista già dal 2014 dopo decenni di ricerca iniziati negli anni Novanta. Altri costruttori, invece, non hanno mai creduto fino in fondo in questa soluzione o hanno scelto di abbandonarla lungo il percorso. È il caso di Stellantis, che nei mesi scorsi ha annunciato l’uscita definitiva dai programmi legati all’idrogeno.
BMW, al contrario, ha deciso di andare avanti. La prossima generazione della X5, che prenderà il nome di iX5, sarà proposta con un’offerta estremamente articolata. Accanto alle versioni con motore termico, ibride e completamente elettriche, troverà spazio anche una variante alimentata a idrogeno, prevista proprio per il 2028. Un modello che, per il momento, non dovrà confrontarsi con una concorrenza particolarmente agguerrita.
Insistere su questa tecnologia può sembrare una scommessa rischiosa, soprattutto in un momento in cui molti grandi gruppi hanno preferito concentrarsi esclusivamente sull’elettrico. Per BMW, però, l’idrogeno rappresenta una componente chiave di una strategia multi-tecnologica. Portare questo modello sul mercato sarà solo il primo passo, poiché la vera sfida sarà quella di riuscire a generare volumi significativi.

Uno degli ostacoli principali resta infatti la carenza di infrastrutture, soprattutto in Europa. La scarsa diffusione delle stazioni di rifornimento ha finora limitato fortemente l’adozione dei veicoli a idrogeno. Secondo BMW, però, il quadro è destinato a cambiare grazie alle nuove normative dell’Unione Europea, che dovrebbero favorire lo sviluppo di una rete di punti di rifornimento entro il 2030.
Resta infine il nodo del prezzo. La BMW iX5 a idrogeno si posizionerà inevitabilmente nella fascia alta del mercato, e il costo finale potrebbe incidere in modo decisivo sul successo commerciale. Tuttavia, come dimostrato da altri modelli recenti del marchio, un prezzo elevato non rappresenta necessariamente un freno se la tecnologia è percepita come matura e convincente. La BMW iX5 potrebbe quindi diventare il banco di prova definitivo per dimostrare la reale sostenibilità dell’idrogeno nell’automotive, oppure confermare quanto questa strada sia ancora complessa da percorrere.
