Per molti appassionati di motori, il dominio del marchio premium bavarese tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila è indiscusso. Tuttavia, prima di quel periodo, Audi aveva già dimostrato una notevole determinazione, registrando (per citarne uno) negli Stati Uniti un impressionante record di 100 mesi consecutivi di crescita nelle vendite. Un successo trainato anche da due modelli di punta: la RS 6 Avant, regina delle station wagon sportive, e la supercar R8, vera icona dell’era moderna.
Quest’ultima non era una semplice sportiva. Infatti, condivideva motori e DNA tecnico con Lamborghini, tanto da conquistare persino Hollywood, basti pensare a Iron Man al volante nelle sue avventure cinematografiche. Nel mondo reale, molti esemplari elaborati hanno raggiunto potenze mostruose, superando i 2.000 CV grazie a configurazioni biturbo, dominando le gare di accelerazione sul quarto di miglio.
La seconda generazione di Audi R8 è uscita di scena alla fine del model year 2024, lasciando dietro di sé un vuoto e una scia di speculazioni sul possibile ritorno. Mentre la nuova Lamborghini Temerario con sistema ibrido plug-in V8 già scrive il futuro delle supercar, qualcuno ipotizza che lo stesso propulsore possa equipaggiare una ipotetica R8 di terza generazione. Purtroppo, tutto è avvolto da molti dubbi e nessuna conferma.
Ma se il mondo reale è ancora incerto, quello digitale non si pone limiti. L’artista CGI londinese Al Yasid (al.yasid sui social) ha immaginato la rinascita della R8 in modi tanto audaci quanto, persino, irriverenti. Inizialmente ha realizzato una versione retro-futuristica, più vicina a una Porsche 911 che a una Lamborghini, per poi virare su un look “Noire”, tutto nero, in perfetta sintonia con le tendenze attuali.

Non contento, ha sperimentato una livrea bicolore oro e nero, battezzando il progetto “Rogue Eight”. In seguito, la vettura ha indossato un’inedita veste “Nebet”, descritta come una combinazione di foglia d’oro barocca e vernice d’oro fuso.

Il culmine della fantasia su questa R8 arriva con la versione “Rogue Eight Volt Division”: un’ibrida improbabile alimentata sia da un motore a combustione interna sia da un pacco batterie Duracell industriale. Un insieme che risulta più burlone che serio, forse a suggerire l’elettrificazione ai limiti dell’assurdo di supercar appartenenti a grandi e blasonati marchi rombanti da molti decenni.

Se e quando vedremo una vera R8 di nuova generazione resta un mistero. Ma una cosa è certa: nel mondo virtuale, la leggenda non è mai stata così viva.