Audi starebbe tramando qualcosa di grosso, un SUV off-road pronto a tutto e pensato per rivaleggiare con il sacro graal dei fuoristrada di lusso, ossia la Mercedes Classe G, e forse anche il Land Rover Defender. Certo, una mossa audace, e poco ortodossa, per un marchio tradizionalmente più incline al bitume che al fango.
Le voci parlano chiaro, con il CEO Audi, Gernot Döllner, che non ha smentito le indiscrezioni, anzi ha lanciato un “stay tuned” quando gli è stato chiesto del progetto 4×4 di punta. Ma qualcosa sotto cova da tempo. Già nel 2023 l’idea di un SUV sopra Q7 e Q8 era emersa dai discorsi dei dirigenti, e ora sembra che lo spazio per un concorrente ai colossi G-Wagen e Defender non sia più solo fantasia.

Se davvero Audi darà vita a questo modello, probabilmente non nascerà da una semplice variante “off-roadizzata” di un SUV esistente, piuttosto, sarà un modello dedicato, un’unicità, un halo car per il brand. Il marchio starebbe valutando di poggiarsi sull’architettura Scout, il nuovo brand off-road elettrico del gruppo Volkswagen. Questo permetterebbe di sfruttare sinergie, ridurre i costi di sviluppo e, ovviamente, rendere il veicolo più attraente con un powertrain elettrico o ibrido, piuttosto che con motori tradizionali ormai costosi e complicati da far convivere con le normative.
Audi starebbe pensando anche alla produzione statunitense per questo modello. Non solo per avvicinarsi al grande mercato americano, ma anche per aggirare dazi e tariffe d’importazione. Se il “problema doganale” è un incubo per molti costruttori, Audi potrebbe trasformarlo in opportunità costruendo direttamente sul suolo statunitense.

Certo, ci sono ostacoli non banali. Il Classe G è una leggenda che ha dominato per decenni, con un fascino che sfida il tempo. Accettare la sfida significa affilare le armi: assetti da fuoristrada, differenziali bloccabili, robustezza, estetica “boxy”, quella che urla potenza anche quando sta ferma. Audi sa che non potrà scialare, perché questo SUV dovrà essere convincente in ogni dettaglio, non solo nella griglia frontale appariscente.
Siamo dunque al paradosso: un marchio noto per eleganza, tecnologia e raffinati interni urbani che decide di lanciarsi nel rugby del fuoristrada. Potrebbe sembrare un cambio di pelle estremo, ma forse è proprio questo che serve per riscrivere il posizionamento. In un mondo dove i SUV premium assediano ogni segmento, Audi potrebbe rivelare che “premium” non basta: serve anche carattere, audacia e qualcuno disposto a scendere dal marciapiede e guadare ruscelli.