Nel dinamico, e talvolta surreale, mondo della produzione auto odierna, un singolo incidente può avere l’effetto valanga lanciata contro il business plan di un intero gruppo. E non possiamo che parlare di Stellantis, la cui produzione presso lo stabilimento di Warren, in Michigan, è stata bloccata a tempo indeterminato a causa, nientemeno, di un incendio. Non un incendio qualunque.
La fabbrica Stellantis di Warren, responsabile della produzione del SUV Jeep Wagoneer, è ferma dal 13 ottobre e, secondo la comunicazione aziendale, rimarrà inattiva fino almeno alla settimana del 3 novembre. Il motivo ufficiale, fornito via e-mail con la tipica stringatezza del settore, è una generica “carenza di componenti”. Certo, ma cosa è successo?
Il velo di mistero si è sollevato, come spesso accade, con le dichiarazioni sindacali: Eric Graham, presidente della sezione locale 140 del sindacato United Auto Workers, ha infatti confermato che il problema risiede nell’esaurimento delle scorte di cofani e portiere in alluminio per la Wagoneer. La causa scatenante di questa interruzione è l’incendio divampato (addirittura) il 16 settembre scorso in uno stabilimento di Novelis Inc. a Oswego, nello Stato di New York.
Novelis, di proprietà del produttore indiano Hindalco Industries Ltd., non è un fornitore come altri: la sua struttura di New York è la più grande di proprietà negli States e l’incidente ha danneggiato il suo cruciale laminatoio a caldo, bloccando di fatto la catena di fornitura dell’alluminio leggero e robusto.
Mentre Stellantis attende il suo lussuoso SUV di fascia alta, anche Ford si ritrova, suo malgrado, nel bel mezzo della mischia post-incendio. Rappresentanti sindacali hanno infatti rivelato che Ford ha già dovuto ridurre drasticamente la produzione dei suoi modelli che utilizzano pannelli in alluminio, una lista che include sia i grandi SUV che il suo pick-up elettrico di punta, l’F-150 Lightning.
Novelis prevede che il suo laminatoio a caldo torni operativo solo nel primo trimestre del prossimo anno. Fino ad allora, sia Stellantis che Ford stanno lavorando a stretto contatto con il fornitore di Atlanta per “esplorare tutte le possibili alternative per ridurre al minimo eventuali disagi”. Insomma, il settore è di nuovo in ginocchio per colpa di un materiale.