Dopo Ferrari F40 battuta all’asta pochi giorni fa per la cifra record di 11 milioni di dollari, un’altra F40 torna a far parlare di sé. Questa volta non per il prezzo, ma per un restyling cromatico che ha già acceso il dibattito tra appassionati e puristi.
L’azienda britannica DK Engineering ha infatti deciso di osare, riverniciando il leggendario modello in una tinta tanto insolita quanto affascinante: un verde profondo battezzato “verde fortunato”. Una scelta audace che ha diviso la community di appassionati e collezionisti.
La Ferrari F40 rappresenta molto più di una semplice supercar. Si tratta di un’icona assoluta della meccanica estrema, prodotta tra il 1987 e il 1996 in poco più di 1.300 unità, comprese le versioni speciali Competizione, LM e GTE. Equipaggiata con un motore V8 biturbo da 2,9 litri capace di erogare 478 cavalli e 577 Nm di coppia, era in grado di scattare da 0 a 100 km/h in appena 4,1 secondi e di toccare i 324 km/h di velocità massima.
Ancora oggi, questi dati tecnici restano impressionanti, segno tangibile della sua natura pionieristica. Il fascino della F40, però, non risiede solo nelle prestazioni, ma anche in un design senza tempo e in un’anima brutale e puramente analogica, caratteristiche che la rendono per molti la Ferrari definitiva, al pari di altre icone come la 288 GTO, la F50, la Enzo e la LaFerrari.
Per gli estimatori più conservatori esiste un dogma intoccabile: la F40 deve essere rossa, come tutte quelle uscite dalla fabbrica di Maranello. Eppure DK Engineering ha voluto superare questa convenzione. L’esemplare verde non si limita a un cambio di vernice, ma è stato aggiornato con sospensioni idrauliche “lift” e freni carboceramici, elementi che ne elevano ulteriormente le capacità.
Il colore scelto per questa F40 non è casuale, ma riprende la tonalità di una rara Ferrari 330 GTC Speciale (telaio 08753), rimasta celebre proprio per la sua livrea esclusiva. La reazione del pubblico non si è fatta attendere. Sui social la nuova veste ha spaccato in due gli appassionati: c’è chi la considera un sacrilegio e chi invece la trova elegante e raffinata, tanto da suggerire addirittura l’abbinamento con cerchi bianchi.