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Il MultiJet II da 2 litri di Fiat oggetto di un nuovo accordo di licenza per Tata Motors

L’acquisizione dei diritti di sviluppo conferisce a Tata Motors un controllo senza precedenti sul motore MultiJet Fiat.

Tata Motors e Fiat

In un’evoluzione significativa per il panorama automobilistico indiano, Tata Motors ha perfezionato un accordo di licenza cruciale per lo sviluppo in-house del propulsore diesel MultiJet II da 2 litri di Fiat. Questo motore, rinomato per le sue prestazioni robuste e l’affidabilità comprovata, alimenta già modelli di spicco come la Jeep Compass e, naturalmente, i SUV di successo di Tata, la Harrier e la Safari.

Attualmente, la produzione di questo cuore pulsante avviene localmente in India presso lo stabilimento di Ranjangaon, gestito da Fiat India Automobiles, una joint venture tra Stellantis e Tata Motors stessa.

L’acquisizione dei diritti di sviluppo per questa unità propulsiva conferisce a Tata Motors un controllo senza precedenti. L’azienda ottiene ora la libertà di utilizzo, di apportare modifiche progettuali e di implementare aggiornamenti al motore in modo autonomo, pur riconoscendo a Stellantis il mantenimento dei diritti di proprietà intellettuale originari.

Tata Motors con motore multijet

Questa acquisizione strategica si traduce in una maggiore flessibilità e una riduzione della dipendenza da fornitori esterni, aprendo la strada a una serie di offerte diesel future potenzialmente più convenienti e adattabili alle esigenze del mercato. In precedenza, Tata Motors era costretta a fare affidamento esclusivamente su Stellantis per qualsiasi alterazione al propulsore diesel da 2,0 litri. Anche interventi apparentemente minori, come una semplice ricalibrazione della centralina, potevano comportare costi esorbitanti, fino a 10 milioni di euro.

Questa onerosità ha limitato le scelte di Tata Motors, infatti, durante la fase di adeguamento agli standard BS6, il marchio ha optato per un’unica taratura di potenza (ovvero 170 CV) per entrambi i modelli Harrier e Safari. Una variante da 150 CV, tipicamente impiegata per differenziare le versioni e ampliare l’offerta, è stata sacrificata per evitare ulteriori spese.

Tata Motors con motore multijet

Grazie a questo accordo con Fiat e, quindi, con Stellantis, Tata Motors è ora in grado di ricalibrare autonomamente la centralina, introdurre nuove potenze e gestire futuri aggiornamenti relativi alle emissioni, il tutto senza dover sostenere costi aggiuntivi o dipendere da terze parti per lo sviluppo. Il motore continuerà a essere assemblato nello stabilimento Fiat, servendo sia le necessità di Tata Motors che quelle di Stellantis. È importante sottolineare che, mentre Stellantis detiene la proprietà del progetto fondamentale del motore, qualsiasi modifica o miglioramento introdotto da Tata diventerà di proprietà esclusiva di Tata stessa.

Sviluppare da zero un nuovo motore diesel di grossa cilindrata sarebbe stato un impegno sia costoso che dispendioso in termini di tempo, specialmente considerando l’incertezza che grava sul futuro a lungo termine dei motori diesel. Con questo accordo di licenza, Tata Motors si assicura una solida base conforme alle normative sulle emissioni, richiedendo solo un investimento modesto e tempi di aggiornamento notevolmente ridotti.